“Non era un mercenario, era coraggioso”: parlano i genitori di Manuel Mameli, morto in guerra in Ucraina

"Manuel non era un mercenario; era un ragazzo coraggioso, partito per difendere ciò in cui credeva, anche a rischio della vita. Purtroppo al momento non si può verificare nulla". Sono le parole dei genitori di Manuel Mameli, il giovane sardo morto in Ucraina, ucciso in combattimento probabilmente da un drone russo nei pressi di Pokrovsk, in un’area attualmente occupata dalle forze di Mosca.
Intervistati da La Nuova Sardegna, i familiari del soldato sembrano conservare una flebile speranza che sia ancora vivo ("non sappiamo se è deceduto o se è solo ferito", dicono) nonostante ieri siano stati chiamati dai suoi commilitoni, secondo i quali non solo Manuel sarebbe morto, ma la posizione del corpo ne renderebbe molto difficoltoso e pericoloso il recupero. Anche dall'Ambasciata italiana in Ucraina ancora nessuna conferma ufficiale.
La sorella risponde agli insulti sui social
La notizia della scomparsa del 25enne, originario di Selargius (Cagliari) ha gettato i suoi familiari e amici nello sconforto, nonostante tutti sapessero perfettamente che la sua scelta di andare a combattere in Ucraina fosse carica di rischi. Non pochi, soprattutto sui social, hanno però riversato sul giovane parole cariche di odio e disprezzo: "Mentre certi commentano con cattiveria e ignoranza da dietro uno schermo, mio fratello ha avuto il coraggio di metterci la faccia, la pelle, la vita. Anche non per la sua patria. Lui ha scelto di difendere ciò in cui credeva, e ha avuto più dignità in un solo giorno di quanta molti ne abbiano in una vita intera. Non è un ‘mercenario'. È un uomo. È un figlio. È un fratello", ha dichiarato la sorella. Anche la zia ha espresso lo stesso sconcerto: "Ci vuole niente per infangare una persona, leggo certi commenti da brivido, ma avete un cuore? Una coscienza? Mio nipote è fino a prova contraria un essere umano".
Quanto guadagnano i soldati arruolati nella Legione Straniera ucraina
Mameli era arruolato regolarmente nella Legione Internazionale, la formazione che raccoglie volontari stranieri al fianco dell’esercito ucraino. Al gruppo non si aderisce solo per denaro, anche se ovviamente si percepisce uno stipendio: come spiega infatti il sito ufficiale della Legione, dopo la firma di un contratto "al militare vengono forniti gli standard delle Forze Armate ucraine (stipendio, vitto, uniforme, equipaggiamento, garanzie sociali, ecc.). Dalla data della firma del contratto, incluso il periodo di addestramento, il militare riceve lo stipendio delle Forze Armate ucraine (20.200 UAH, circa 428 euro)". Oltre a quello base, il salario aumenta di circa 30mila (circa 650 euro) quando i soldati vengono inviati in zone di combattimento. Durante le vere e proprie missioni di combattimento, "un militare riceve un compenso aggiuntivo di 100mila UAH al mese (2.100 euro). Inoltre, ogni 30 giorni trascorsi in prima linea nelle operazioni di combattimento, un militare riceve un bonus aggiuntivo di 70mila UAH (1.483 euro)".