“Non c’era obbligo di timbrare”: assenteisti si difendono, ma per la Cassazione è truffa

Se ci si allontana dal posto di lavoro senza autorizzazione si commette comunque reato anche se le direttive aziendali non impongono di timbrare il cartellino. A ribadirlo è la Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso di due dipendenti pubblici del Comune de La Maddalena, in provincia di Sassari. I due, in servizio come uscieri, si erano allontanati senza permesso dal luogo di lavoro ma dopo essere stati beccati si erano difesi ricordando che nel loro comune non c'era alcun obbligo di badge e per questo avevano fatto ricorso alla Corte Suprema contro i sequestro dei beni.
In particolare nei confronti dei i due, indagati per truffa aggravata e continuata, il gip di Tempio Pausania aveva disposto il sequestro preventivo di beni per circa 500 euro finalizzato alla confisca per il danno arrecato alle case comunali. I lavoratori però hanno deciso di ricorrere prima al Tribunale del Riesame e poi alla Cassazione uscendone però sempre sconfitti. "In tema di allontanamento fraudolento dal luogo di lavoro, l’eventuale insussistenza per i lavoratori di un vero e proprio obbligo di vidimare il cartellino o la tessera magnetica delle presenze giornaliere, non esclude che ricorrano gli estremi degli artifizi e raggiri che integrano il delitto di truffa", hanno spiegato i giudici, sottolineando che "non è la doverosità della vidimazione a rendere quest’ultima, se falsificata, idonea a trarre in inganno il datore di lavoro; al contrario anche una vidimazione meramente facoltativa di un registro cartaceo o elettronico delle presenze in ufficio può ingenerare l’inganno di far risultare una presenza falsamente attestata"