Neonati sepolti a Parma, la perizia incastra la madre: “Bimbo morto dissanguato dopo taglio del cordone”

Era nato vivo ed è morto dissanguato dopo il taglio del cordone il secondogenito di Chiara, la ragazza oggi 22 anni accusata di aver sepolto i suoi due neonati nel giardino della sua casa di Traversetolo, a Parma, a distanza di circa un anno l'uno dall'altro. È quanto ha stabilito la perizia del medico legale incaricato dalla Procura, presentata oggi in Tribunale nel corso del processo a carico della giovane. Testimoniando nell'aula della Corte di assise di Parma, il medico legale Valentina Bugelli ha spiegato inoltre che anche il primo figlio sarebbe stato partorito vivo e sarebbe morto subito dopo il parto e non prima, come ha invece ha sempre sostenuto la 21enne davanti agli inquirenti.
Tutti i test hanno confermato che il bimbo ha respirato
Il medico legale ha spiegato che tutti i vari test effettuati sul corpicino del primo neonato rinvenuto, secondogenito della giovane, hanno confermato che ha respirato e quindi è nato vivo. La consulente tecnica della Procura, dottoressa della Medicina legale dell'università di Parma, ha chiarito che tutte le prove docimastiche, cioè test necroscopici utilizzati in medicina legale per determinare se un feto è nato vivo o morto, hanno dato esito positivo, tra queste il test dei polmoni del piccolo, risultati dal colorito roseo, e la prova di galleggiamento in acqua.
"L'atto respiratorio l'ha compiuto e più di uno" ha spiegato l'esperta stimando qualche minuto, 4/5 minuti o al massimo 7, il tempo in cui il neonato potrebbe essere rimasto in vita dopo il parto. "Di solito, il primo atto respiratorio è l'atto del vagito del bambino, quindi se non ci sono problemi fa l'atto respiratorio e piange. A volte, può succedere che faccia un atto respiratorio e non pianga. L'atto respiratorio l'ha compiuto e più di uno" ha dichiarato in aul
Sul cordone ombelicale "taglio netto da strumento tagliente"
Il bimbo trovato per caso il 9 agosto 2024 seppellito nel giardino della villetta di famiglia a Vignale di Traversetolo, sarebbe morto alcuni minuti dopo la nascita, il 7 agosto dello stesso anno, per uno shock emorragico acuto dovuto al taglio del cordone con un oggetto tagliente. Lo dimostrerebbero i segni evidenti sullo stesso cordone ombelicale come un "taglio netto da strumento tagliente". L’ipotesi dunque è che la giovane lo abbia tagliato con delle forbici, mai ritrovate, e che per questo motivo sia morto dissanguato.
La perizia: "Anche il primo neonato era vivo"
La stessa consulente dell’accusa ha concluso inoltre che anche il primogenito della 22enne, rinvenuto nello stesso giardino il 7 settembre 2024 ma partorito un anno prima, nel maggio del 2023, era nato presumibilmente vivo. In questo caso però la perizia si riferisce a un ragionamento di probabilità più che a dati certi visto che ormai il corpicino era in stato scheletrico.
"Da resti scheletrici una causa del decesso certa non la potremo dare mai" ha spiegato infatti Valentina Bugelli, spiegando però che una serie di fattori suggeriscono che anche in questo caso il bimbo fosse vivo al momento del parto. In primis il fatto che il parto di Chiara sia avvenuto "in totale autonomia" senza complicazioni per la giovane, poi il fatto che dalle dimensioni si evince che era un parto a termine presumibilmente alla 40esima settimana di gestazione. Fattori che, per il medico legale, riducono la possibilità di una morte "endouterina" del feto a una su un milione.