Neonati sepolti a Parma, la mamma agli psichiatri: “Il secondo figlio lo volevo”

Chiara P., la 22enne, imputata a Parma per duplice omicidio premeditato e soppressione dei cadaveri dei due figli neonati, avrebbe detto agli psichiatri nominati dalla Procura della città emiliana, Mario Amore e Domenico Berardi, che la seconda gravidanza "l'ho cercata perché la prima era andata male". I colloqui, svolti durante le indagini, emergono dalla nota tecnica del Reparto analisi criminologiche del Racis (Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche) di Roma, illustrata in aula dal colonnello Anna Bonifazi e di cui alcuni estratti sono stati pubblicati dalla Gazzetta di Parma.
Sull’ultimo parto – avvenuto in casa e in solitudine, come il precedente – la 22enne ha riferito agli specialisti: "Pensavo fosse andato tutto bene in realtà… poi quando ho ripreso i sensi non respirava più… la causa della morte è stato proprio il taglio del cordone, ma io non ero informata, non avevo chiesto a nessuno". Il secondogenito venne poi seppellito in giardino, vicino al fratello nato un anno prima. Interpellata dagli psichiatri su un’eventuale volontà inconscia di farsi scoprire, dato che gli scavi sarebbero stati poco profondi, la ragazza ha replicato: "No, perché io non pensavo di aver fatto niente di male…di sbagliato".
Secondo quanto riportato, la prima gravidanza sarebbe stata casuale. Nei colloqui, Chiara ha parlato di “paura” all’inizio e di “felicità” con il passare dei mesi, in linea con il suo desiderio di diventare madre. Ha descritto anche un sogno ricorrente dopo le due gravidanze: lei che spinge un passeggino con due bambini. Alla domanda sul perché il progetto della prima maternità non si sia compiuto, avrebbe spiegato di aver voluto portarlo avanti senza dirlo a nessuno.
Sul rapporto con l’ex fidanzato Samuel, la giovane ha detto di essere convinta che a lui non importi nulla della morte dei figli, “perché in fondo non li aveva mai desiderati”. Quei due piccoli, ha aggiunto, li sente sempre accanto a sé: sono loro a darle sostegno.
Per gli esperti del Racis, la 22enne avrebbe avuto una “fredda e lucida intenzione di arrivare all'esito finale”, un giudizio in linea con l’analisi dei consulenti della Procura, che l’hanno ritenuta completamente capace di intendere e di volere. La Corte d’assise di Parma, tuttavia, ha disposto una perizia psichiatrica per valutare la capacità dell’imputata, attualmente in corso. Sarà questo l’elaborato ritenuto decisivo per gli equilibri del processo; le perite sono attese a testimoniare il 2 febbraio 2026.