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Neonati sepolti in giardino a Parma

Neonati sepolti a Parma, mostrata la foto di uno dei bimbi: Chiara va via dall’aula, il maresciallo si commuove

Nuova udienza del processo contro Chiara, la 22enne accusata di aver ucciso e seppellito nel giardino della villetta di famiglia di Traversetolo i suoi due figli neonati. Mostrata la foto del corpo di uno dei due bambini e la ragazza ha lasciato l’aula. Durante la sua testimonianza il maresciallo della stazione del paese, Carlo Salvatore Perri, il primo a intervenire sul posto, si è commosso.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio
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Mostrata in aula la foto scattata dal 118 di uno dei due neonati sepolti in giardino e ascoltate le testimonianze dei Carabinieri intervenuti dopo il ritrovamento dei due cadaveri.

È successo oggi, lunedì 15 settembre, presso la Corte di Assise di Parma durante la nuova udienza del processo contro Chiara, la 22enne accusata di aver ucciso e seppellito nel giardino della villetta di famiglia di Traversetolo i suoi due figli neonati, partoriti a maggio 2023 e ad agosto 2024.

La ragazza era in aula insieme al suo avvocato, Nicola Tria, e ai suoi genitori. Presente anche l'ex fidanzato di Chiara e la madre di lui.

Chiara lascia l'aula quando viene mostrata la foto di uno dei due neonati morti

Durante l'udienza, come già anticipato, è stata mostrata la foto scattata dal 118 del neonato trovato morto nella casa di Vignale di Traversetolo il 9 agosto 2024.

L'imputata, ai domiciliari da circa un anno per duplice omicidio, ha chiesto di uscire mentre era da poco iniziata la deposizione del maresciallo della stazione del paese, Carlo Salvatore Perri, il primo a intervenire sul posto.

Anche l'ex fidanzato della 22enne ha preferito non assistere, troppo forti le immagini del neonato morto e le descrizioni dei primi accertamenti sul piccolo cadavere.

I Carabinieri raccontano il ritrovamento dei cadaveri dei due neonati a Parma

Il militare si è commosso all'inizio della testimonianza, quando ha raccontato del ritrovamento del neonato il 9 agosto 2024. "Vidi questo corpicino – ha detto rispondendo alle domande della pubblico ministero Francesca Arienti – e le dico ho difficoltà, essendo padre, in quel momento non sono stato bene".

Quando fu trovato il corpo del neonato, la 22enne era insieme alla famiglia all'estero, negli Stati Uniti. In seguito, col proseguire delle indagini, circa un mese dopo fu trovato il secondo cadavere. Secondo l' accusa la ragazza li avrebbe uccisi entrambi appena nati. 

In aula è intervenuto anche il tenente colonnello, Domenico Sacchetti. "La posizione del neonato ha allontanato il dubbio che fosse stato gettato lì, essendo appoggiato sul fianco sinistra, con le mani a protezione del viso, quasi fosse stato lì appoggiato", ha detto durante la testimonianza.

Il tenente colonnello ha anche riferito alcuni dettagli della buca, dove il corpo del secondo neonato è stato trovato il 9 agosto 2024: "Era coperta da alcune siepi, che proteggono e coprono muro che nasconde la scalinata che porta al piano seminterrato dell'abitazione. Si trova nelle immediate adiacenza dell'asciugamano e ha dimensioni di 60×80, con profondità di 24 centimetri".

"Tutti escludevano che Chiara potesse essere incinta"

Nella prima fase "tutti escludevano nella maniera più categorica possibile che Chiara potesse essere in gravidanza", ha detto ancora il comandante del nucleo investigativo di Parma. Durante una telefonata con l'ufficiale dell'Arma, "il padre escluse che la figlia fosse in gravidanza, disse che recentemente aveva avuto il ciclo, non riusciva a darsi spiegazioni".

Anche la madre, ha detto Sacchetti, riferì della perdita di sangue in taverna, dove la ragazza dormiva in estate, legata alle mestruazioni. E Chiara stessa, parlando al telefono, confermò questa ricostruzione.

Sono state quindi mostrate in aula foto di Chiara poche settimane prima del parto: a un concerto e ad una festa. Le persone sentite nei primi giorni – ha spiegato ancora Sacchetti – anche tra gli amici della 22enne, raccontavano che aveva uno stile di vita incompatibile con la gravidanza: consumava bevande alcoliche, sigarette, marijuana.

"Dopo un‘iniziale negazione – ha detto l'ufficiale – ci fu un'ammissione di responsabilità" sul fatto che lei fosse la madre del bambino "a cui i genitori reagirono con incredulità". Chiara disse di non aver ucciso il bambino, disse che era nato morto. E su come avesse fatto a partorire, "ho spinto, ho spinto e basta ed è venuto fuori", spiegò ai genitori.

"Si mostrò come una ragazza spaesata – ha proseguito l'investigatore chiamato dall'accusa – Disse: ‘Non sapevo cosa fare, non sapevo come dirvelo, avevo paura, nessuno sapeva nulla'" e, a richiesta, aggiunse che neppure l'allora fidanzato e padre del bimbo sapeva nulla.

Nominate le perite per l'esame psichiatrico della madre dei neonati

Dopo essere uscita dall'aula quando è stata proiettata la foto del cadavere del suo secondogenito, ritrovato il 9 agosto 2024, Chiara è rientrata in aula per il conferimento dell'accertamento psichiatrico alle perite nominate dai giudici, Marina Carla Verga e Laura Ghiringhelli.

Poi, come aveva annunciato il suo avvocato, la giovane è uscita definitivamente dall'udienza, rinunciando a presenziare e rientrando a casa dove è agli arresti domiciliari. Quando è uscita dall'aula il padre, presente tra il pubblico, l'ha raggiunta.

Le perite, affiancate dai consulenti delle parti, dovranno visitare la 22enne, acquisendo documentazione clinica e processuale ed esprimersi sulla capacità di intendere e di volere all'epoca dei fatti e, in caso di incapacità, sulla pericolosità sociale della ragazza.

Le operazioni inizieranno il 25 settembre alle 16.30. Le perite hanno chiesto un termine di 90 giorni alla Corte di assise, presieduta dal giudice Alessandro Conti. Saranno chiamate a testimoniare al processo il 2 febbraio 2026. Chiara Petrolini sarà sottoposta a test e autorizzata a raggiungere lo studio delle perite per sottoporsi agli incontri.

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