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La scomparsa di Gaia Randazzo

Nei video mai inviati da Gaia Randazzo la svolta del mistero della ragazza scomparsa dal traghetto

La perizia depositata in Procura parla di alcuni video girati sul telefonino di Gaia Randazzo proprio durante la navigazione ma mai inviati e rimasti sulla memoria del telefono. I filmati, insieme a chat e messaggi, hanno portato i pm a ipotizzare il suicidio.
A cura di Antonio Palma
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Sarebbe a una svolta la delicata indagine sulla scomparsa di Gaia Randazzo, la 20enne sparita improvvisamente mentre viaggiava sul traghetto Genova-Palermo nella notte tra il 10 e l'11 novembre. Il perito della procura infatti ha depositato gli esami sul cellulare della ragazza da cui emergerebbero elementi chiave per stabilire quando accaduto.

La perizia deposita in Procura parla di alcuni video girati sul telefonino di Gaia proprio durante la navigazione ma mai inviati e rimasti sulla memoria del telefono. Al momento non è stato divulgato ufficialmente il contenuto dei video ma questi sono ritenuti molto importanti e potrebbero dare la chiave di lettura alla sparizione della giovane.

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"Si tratta di perizie importanti che ci danno un riscontro di natura obiettiva, cioè nel telefono ci sono effettivamente dei contenuti che devono essere vagliati. Ci sono delle chat, delle note scritte come degli appunti" ma anche "uno scambio di messaggi con l'ex fidanzato" ha spiegato a Fanpage.it uno dei legali della famiglia di Gaia, l’avvocato Paolo Grillo, sottolineando: "Sono tutte una serie di cose che bisogna valutare attentamente".

Secondo indiscrezioni, in particolare il perito si è concentrato su alcuni spezzoni di video in cui la ragazza sembrerebbe turbata e farebbe riferimento all’ex ragazzo e alla relazione finita. Sullo stesso telefono ci sarebbe anche un messaggio, una frase di addio non inviata. Elementi che confermerebbero la tragica ipotesi del suicidio, quella privilegiata dagli inquirenti e che invece è rigettata dalla famiglia.

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La famiglia comunque chiederà di poter accedere alla perizia ma anche ai files analizzati per incaricare un proprio perito di parte. Anche loro infatti sono convinti che il contenuto dello smartphone della ragazza potrebbe fornire importanti indizi sulle ore prima della scomparsa o addirittura sula stessa sparizione, anche se non credono al suicidio.

"La pista del suicidio per noi è infondata – ha spiegato a Fanpage.it Angela Palazzolo, mamma della 20enne – ed è quella più semplice per chiudere il caso in fretta. Noi non ci crediamo e le segnalazioni degli ultimi giorni non fanno che rafforzare le nostre convinzioni: il rischio che Gaia sia stata avvicinata da malintenzionati che possono averle fatto del male è concreto".

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