Morte Alex Marangon, l’esito degli esami tossicologici: “Nel sangue cocaina e ayahuasca, mix letale”

Alex Marangon avrebbe avuto nel sangue cocaina e ayahuasca nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024, quando è deceduto durante un festival con riti sciamanici nell'abbazia di Santa Fosca di Vidor. Secondo gli esami tossicologici, Marangon avrebbe consumato ayahuasca e cocaina: lo stato di allucinazione causato dagli stupefacenti potrebbe essere stato una delle concause della caduta nelle acque del Piave, dove il corpo senza vita del giovane è stato trovato due giorni dopo il fatto.
L'esito delle analisi è arrivato sul tavolo del procuratore di Treviso, Giovanni Valmassoi, mentre le indagini per omicidio volontario a carico di ignoti vanno avanti. Gli accertamenti hanno evidenziato che Alex, nel giorno della sua morte, aveva assunto almeno due sostanze stupefacenti: il mix gli avrebbe fatto "perdere il senso del limite, del pericolo e della posizione" secondo il medico legale.

Alex avrebbe fatto alcune ricerche online anche nei giorni precedenti e tra queste ci sarebbero anche alcune letture in rete sugli effetti della cocaina, segno secondo gli inquirenti che il giovane fosse "curioso".
Con Marangon vi erano circa 20 partecipanti al rito sciamanico dell'abbazia di Vidor, i due curanderos Sebastian Castillo e Jhonny Benavides, rispettivamente esperto di pozioni amazzoniche e musicista. Solo su Alex l'ayahuasca avrebbe avuto questo effetto, forse perché assunta in quantità differenti. L'interazione con la cocaina avrebbe fatto il resto. Secondo i risultati del test, vi sarebbero anche cannabinoidi e Mdma.
Secondo vari testimoni, prima di sparire Marangon sarebbe uscito fuori dal complesso dell'abbazia e sarebbe apparso agitato e nervoso. In quel frangente lo avrebbero seguito i curanderos, che avrebbero detto di volersi accertare delle buone condizioni di salute di Alex. Vi sarebbe stato un beve dialogo, forse una collutazione che ha poi portato alla caduta dallo strapiombo: i partecipanti al festival, infatti, avrebbero sentito un tonfo provenire dal balcone.
Solo dopo qualche ora dalla sua scomparsa sarebbe partita la chiamata ai carabinieri e ai vigili del fuoco. Nessuno si sarebbe reso conto, neppure il giorno dopo il fatto, che il corpo di Marangon giaceva ai piedi dello strapiombo, sommerso dall'acqua.
Sul corpo del ragazzo sono state trovate ferite compatibili con la caduta dall'alto e lesioni che hanno fatto pensare a un'aggressione. Sulla pista si erano quindi ulteriormente concentrate le indagini per omicidio volontario a carico di ignoti. Ora l'ipotesi di reato potrebbe cambiare in morte in conseguenza di altro reato. Oppure, ipotesi che i familiari temono, il caso potrebbe esser "archiviato" come incidente.