Morte Alex Marangon, la famiglia chiede relazione sui punti oscuri dell’autopsia: “Dimostreremo l’aggressione”

Quella ad Alex Marangon è stata un'aggressione: ne è convinta la famiglia, che si dice pronta a dare battaglia per arrivare alla verità. Cosa è accaduto al barista 25enne di Marcon scomparso durante un rito sciamanico all'abbazia di Vidor il 30 giugno? Le indagini sul decesso del giovane sono ancora in corso, ma la Procura sembra essere passata dall'iniziale ipotesi di omicidio a quella del tragico incidente.
Marangon è stato trovato morto due giorni dopo la scomparsa lungo il Piave e sarebbe caduto per 15 metri dal terrazzo dell'abbazia dopo aver lasciato la sala nella quale si stava svolgendo il rito sciamanico. Alex, così come confermato da alcuni testimoni, sarebbe stato seguito sul terrazzo dell'abbazia dai due curanderos che stavano tenendo la cerimonia.

Qui, secondo i familiari, vi sarebbe stata una colluttazione durante la quale Alex sarebbe caduto giù dal balcone. "Un'aggressione" specificano, promettendo di essere pronti a far emergere la verità. I genitori di Alex si sono affidati all'avvocato Stefano Tigani che ha dato mandato al consulente di parte, il medico legale Antonello Cirnelli, di preparare una relazione dettagliata sui dubbi e i punti oscuri dell'autopsia effettuata dall'anatomopatologo Alberto Furnaletto. Dagli esami tossicologici, infatti, è emersa la presenza di ayahuasca e di cocaina nel sangue del 25enne.

Secondo la Procura, il mix avrebbe portato a una psicosi che avrebbe poi causato la caduta dal terrazzo dell'abbazia, ma per i genitori Alex sarebbe stato picchiato prima di cadere per 15 metri. Durante le analisi, infatti, sono emerse alcune contusioni attribuibili all'azione di terzi sia sul volto che sul torace del 25enne. Sarebbero infatti presenti ferite non legate alla caduta dall'alto.
La relazione medico-legale aveva evidenziato che le lesioni al cranio riportate da Alex erano compatibili con la caduta dalla terrazza, ma aveva sottolineato anche la presenza di ferite al viso e sul torace. L'ipotesi è che anche quelle siano attribuibili alla caduta con l'impatto sui sassi del Piave, ma la pista non esclude che queste ultime potrebbero essere state invece inferte da colpi di terzi.