Michele, emigrato in Messico 8 anni fa: “In Italia non vedevo un futuro, qui non mi manca davvero nulla”

"Sono arrivato in Messico per la prima volta in vacanza 12 anni fa. E, dopo aver fatto avanti e indietro per circa 3 anni, ho deciso di trasferirmi qui. È stato amore a prima vista".
A parlare è Michele, 33enne originario della provincia di Brescia che dal 2017 vive a Playa del Carmen. A Fanpage.it ha raccontato la sua storia.
Quando e perché ti sei trasferito in Messico?
Dodici anni fa sono venuto a trovare un amico che si era trasferito con la famiglia. Mi parlava spesso di questo Paese, lo descriveva come un paradiso. Quando sono venuto a trovarlo, anche io me ne sono completamente innamorato. Ma per prendere la decisione di mollare tutto e trasferirmi ci sono voluti un po' di anni.
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In Italia lavoravo come dipendente in un supermercato e facevo il dj da 10 anni. Sono arrivato qui con un visto di lavoro e ho cominciato in vari ristoranti e hotel. Il primo anno è stato complicato, tra la burocrazia e la lingua, ma 5 anni fa sono riuscito ad aprire la mia agenzia di viaggio.

Ero stufo dell'Italia, ero davvero arrivato al limite, mi sentivo soffocare. Non mi mancava nulla ma non vedevo un futuro per la mia potenziale famiglia. Ed essendo molto ambizioso, non mi sentivo realizzato. Così mi sono detto: ‘Ci provo, male che vada, torno indietro'.
Qui ora vedo un futuro per me e la mia famiglia, ho trovato dei valori che in Italia non vedevo più. E in più penso che certe esperienze si fanno una sola volta nella vita. Il Messico è davvero capitato casualmente, è stato amore a prima vista. Avevo visitato tanti posti, alcuni che mi piacciono molto, ma non avevo mai pensato di trasferirmi lì.
Cosa ti ha fatto innamorare di questo Paese? Come sono i messicani?
Prima di tutto, il clima, in questa parte dei Caraibi, la riviera maya, fa caldo tutto l'anno. Il mare spettacolare, la gente solare e calorosa, c'è sempre un aria di festa. Anche il cibo e la cultura messicana, ma mi sono innamorato principalmente per il clima e le persone.

I messicani sono sempre pronti ad aiutarti, si fanno in quattro per qualsiasi cosa. Anche se in alcuni casi hanno poco, ti danno tutto, anche se non sei loro amico. Il Messico è diverso da quello che spesso si immagina.
Tu non conoscevi la lingua?
Sì, esatto. Era la mia esperienza all'estero, sono partito senza sapere né l'inglese né lo spagnolo. Mi sono trasferito in un ostello, dove ho subito iniziato a rapportarmi con tante persone e in poco tempo ho imparato lo spagnolo. Certo, non bene come adesso, ma non ho avuto problemi.
Cosa invece non ti piace del Messico?
Ironicamente, la loro puntualità. Non sono famosi per questo (ride, ndr). Forse questa è l'unica cosa. Nella mia zona vivono in maniera molto rilassata, visto che è una località di mare, ma in città più grandi è come nelle città italiane. Sono persone che lavorano molto ma appena finiscono, riescono a staccare la testa, cosa che invece in Italia spesso non si fa.
Cosa bisogna fare per trasferirsi lì?
Bisogna ottenere un visto lavorativo con uno sponsor. Per esempio, mio fratello è arrivato un anno fa e sono stato io a fargli da sponsor. Ora ha cambiato lavoro ma si inizia così.
In questo momento il Messico è anche in una fase storica complessa, in tanti vengono qui in vacanza con il desiderio di trasferirsi e quindi è stato necessario mettere delle regole simili a quelle degli Stati Uniti.
Come è cambiano il Paese in questi anni?
Negli ultimi anni il Messico è cresciuto tantissimo, era molto più economico, la differenza si sentiva. Ora invece il costo della vita è aumentato molto. E la qualità della vita è migliorata molto e qui dove sono io c'è una comunità italiana forte.

Molti italiani si aspettano che sia un Paese pericoloso, ma con il mio lavoro cerco proprio di far cambiare loro questa idea, voglio far conoscere il vero Messico. Non è famoso per essere il posto più sicuro al mondo ma non esistono città tutte pericolose.
Ci sono zone da evitare, dove nemmeno noi andiamo, ma altrimenti non succede nulla. Nelle grandi città, ovviamente, è diverso, ma non mi sono mai sentito particolarmente in pericolo.
Cosa ti affascina della cultura messicana? Con il cibo come ti trovi?
Ci sono voluti un paio di anni per entrare nella mentalità, ci sono tante tradizioni che in Italia non si conoscono. Loro sono molto legati al loro Paese, ci mettono il cuore. Il 15 settembre, per esempio, si celebra il Giorno dell'Indipendenza (Grito de Dolores).
I messicani si riuniscono in piazza, tutti insieme, ci sono i fuochi d'artificio, è una festa molto bella. Sono davvero patriottici, una cosa che in Italia non ho mai visto, non conosco una tradizione che unisce così tanto gli italiani.

Il Messico è un Paese molto grande, con culture e anche caratteristiche fisiche che variano da una zona all'altra. Ci sono tre fusi orari. Per lavoro lo giro veramente in lungo e in largo.
Con il cibo mi sono trovato benissimo da subito, non è tutto piccante, come magari si dice spesso. Non ci sono sapori strani ed è una cucina molto variegata. Il Messico è come l'Italia, ogni zona ha tanti piatti diversi.
Uno di quelli che mi fa impazzire è la quesabirria, una tortilla chiusa, ripiena di carne di manzo che viene cotta nel proprio sugo, ha un sapore buono. Ma il mio preferito forse è la cochinita pibil, carne di maiale cotta in una forno sottoterra avvolta da foglie di banano. È un piatto tipico della cucina maya.
Quanto riesci a tornare in Italia?
Torno una volta all'anno per circa 15 giorni/un mese ma solo perché ho parenti e amici, non perché mi manchi l'Italia. E quando rientro spesso viaggio e visito altri Paesi europei.
Perché non ti manca?
Mi mancano famiglia e amici ma qui vivo molto bene. Ci sono il mare e le montagne, le grandi città, davvero non mi manca nulla. Credo che a livello di storia e natura l'Italia sia uno dei Paesi migliori del mondo.
Ma ci sono anche tanti fattori, come la mentalità e la politica, che quando ero lì non mi hanno fatto sentire rappresentato. Sono italiano, mi ci sento, ma è in un altro Paese che sono riuscito a realizzarmi davvero e a costruirmi un futuro.
Il consiglio per chi vorrebbe provare fare un'esperienza simile?
Bisogna essere persone aperte e a cui piace mettersi in gioco. Non bisogna cercare l'Italia in ogni angolo, il Messico è un'altra cosa. È importante ricordarsi questo. Il consiglio che do a chi mi scrive è di venire prima in vacanza per qualche mese.
Io ho impiegato quasi 5 anni per trovare la mia strada, all'inizio ci sono stati momenti difficili. Anche se è una fase in cui devono passare tutti. Quando sono rientrato in Italia dopo un anno, ho capito perché avevo deciso di partire.