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Matteo Messina Denaro

“Messina Denaro andava in giro prendendosi gioco di tutti”, parla il capo della polizia municipale

Giuliano Panierino, comandante della Polizia Municipale di Campobello di Mazara, dove sono stati scoperti i covi di Matteo Messina Denaro, a Fanpage.it: “Subito dopo la divulgazione della foto della cattura sono iniziate a circolare delle voci di persone che nelle ultime settimane ritengono di aver visto quella persona”.
A cura di Roberto Marrone
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Giuliano Panierino, comandante della Polizia Municipale di Campobello di Mazara
Giuliano Panierino, comandante della Polizia Municipale di Campobello di Mazara
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“L’emozioni in città sono diversificate, la prima sicuramente è la felicità per la cattura di questo boss che da trent’anni era latitante, l’altra emozione è stata la rabbia per questa latitanza durata così tanto e per il fatto che, come qualsiasi altro boss arrestato negli ultimi anni, lui girava nel territorio tra la provincia di Trapani e Palermo prendendosi gioco di tutti”.

A parlare ai microfoni di Fanpage.it è Giuliano Panierino, comandante della Polizia Municipale di Campobello di Mazara, città dove sono stati scoperti i covi del super latitante Matteo Messina Denaro. Come si fa a non riconoscere una persona che per i primi trent’anni è stata in città? Lo stesso Bonafede racconta come lui lo avesse riconosciuto quando si presentò essendo stati compagni di scuola.

“Non so come mai non l’hanno mai riconosciuto ma ciò che le posso dire è che subito dopo la divulgazione della foto della cattura sono iniziate a circolare delle voci a Campobello di persone che nelle ultime settimane, dai 15 ai 20 giorni fa, ritengono di aver visto quella persona se non altro per il fatto che indossasse lo stesso giubbotto e lo stesso berretto di quando è stato arrestato”.

Sul fatto di aver visto il boss, da questa mattina si vociferava che anche lo stesso comandante Panierino lo avesse visto ma non lo avesse denunciato e a tal proposito ci ha dice che “la formazione culturale, scolastica e professionale mi porta a essere rispettoso della legge e se io avessi visto Matteo Messina Denaro avrei fatto il possibile per assicurarlo alla giustizia; una volta mi sono perfino fratturato due braccia per un inseguimento”.

L'arresto del boss Matteo Messina Denaro
L'arresto del boss Matteo Messina Denaro

Secondo le informazioni acquisite dal comandante, tante altre persone raccontano in città di aver visto il latitante che si aggirava tranquillamente nei supermercati, nei bar, nelle pizzerie. “Per il mio modo di vedere – dice Panierino – questo è stato il miglior modo per nascondersi ovvero continuare la normalità”.

Secondo quanto testimoniato da alcuni commessi del negozio di igiene e prodotti che si trova davanti il primo covo, lo stesso boss si faceva chiamare Francesco, lo stesso nome con il quale si presentava a Giovanni Luppino, autista che lo ha accompagnato a Palermo alla clinica Maddalena la mattina dell’arresto.

È di questa mattina infatti la notizia che giunge tramite il suo avvocato, ovvero che Luppino non sapesse della vera identità del boss. Un’altra informazione reperita riguarda il “Bar San Vito” dove numerosi esponenti della criminalità organizzata si ritrovavano e dove il giorno dell’arresto del boss è comparso un cartello di chiusura per ferie.

Secondo le fonti del comandante, i gestori oltre essere delle brave persone, avevano già programmato la chiusura. Sul silenzio di numerosi cittadini Panierino riferisce che probabilmente non tutti hanno lo stesso coraggio e che in questo momento tutti si pongono la stessa domanda: “Cosa mi conviene, stare zitto o parlare?”.

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