Marcegaglia chiude a Taranto e licenzia 134 lavoratori
La Marcegaglia Buildtech, di proprietà dell'ex presidente di Confindustria, chiude i battenti a Taranto e licenzia i suoi 134 dipendenti. Lo ha reso noto l'azienda stessa ai rappresentanti sindacali di Fim, Fiom e Uilm. La società, che produceva pannelli fotovoltaici, ha comunicato di aver preso la decisione "a causa della grave crisi che ha irreversibilmente colpito il settore del fotovoltaico in Italia e nel mondo". I sindacati, tuttavia, hanno commentato che si tratta dell'ennesima mazzata per il territorio, "già martoriato da una crisi senza precedenti, che continua a mietere perdite di posti di lavoro". Fim, Fiom e Uilm parlano di "massacro" e indicono, per oggi alle ore 15, un'assemblea dei lavoratori, proclamando lo stato di agitazione del gruppo. "Anche questa volta – si legge nel comunicato congiunto dei sindacati – Taranto subisce la perdita di 140 posti di lavoro, a causa di una decisione aziendale disinteressata al nostro territorio: lasciano Taranto per una riorganizzazione del Gruppo Marcegaglia, scippando nuovamente a questa città posti di lavoro e opportunità di sviluppo non inquinante". "Dopo l'eolico – concludono i rappresentanti dei lavoratori – a pochi giorni di distanza, anche il fotovoltaico abbandona Taranto, una città già compromessa dai problemi ambientali".
Eppure fu proprio Antonio Marcegaglia, amministratore delegato del gruppo, a dichiarare solo due anni fa il suo sogno di "fare della città jonica la capitale del fotovoltaico in Italia". Lo disse davanti a tutti gli amministratori locali, compreso il governatore pugliese Nichi Vendola. Il progetto appariva innovativo e prevedeva la produzione di lamiere e pannelli fotovoltaici per la produzione di energia solare attraverso una tecnologia all'avanguardia: lamine di film sottile al silicio amorfo che, spiegava Marcegaglia, "vengono poi incollate su un pannello per ottenere un manufatto perfettamente integrato nella copertura dei tetti delle nuove costruzioni e volto alla produzione di energia elettrica solare".
"In realtà il progetto, che sfruttava una tecnologia americana – spiega Cosimo Panarelli, segretario della Fim Cisl di Taranto -, non ha avuto il successo che il gruppo Marcegaglia auspicava. In Puglia non c'è stato sviluppo alcuno. Si poteva e doveva incentivare la diffusione di questo sistema dai complessi privati a quelli industriali per finire alla copertura delle pensiline dei mezzi pubblici, ma così non è stato. Alla fine, nella ristrutturazione del gruppo, Marcegaglia ha sacrificato Taranto. Dopo Vestas nell'eolico è un altro pezzo di attività industriale nelle fonti energetiche rinnovabili che perdiamo nel giro di poche settimane".