Lo zio di Giulia Cecchettin: “Turetta rinuncia all’appello? Solo strategia difensiva, mi sento preso in giro”

"L'ho scoperto all'ora di pranzo leggendo i giornali online – dice a Fanpage.it Alberto Camerotto, zio materno di Giulia Cecchettin -, all'inizio ho voluto prendermi del tempo per riflettere e capire, ho anche sentito Gino [padre di Giulia Cecchettin, ndr] per averne conferma e prima che potessero apprenderlo dai notiziari ho messo al corrente i miei genitori anziani: per loro non c'è più stata ripresa dalla morte di Giulia".
La notizia di cui Camerotto parla è la rinuncia al processo d'appello da parte di Filippo Turetta, condannato in primo grado all'ergastolo per l'omicidio dell'ex fidanzata, Giulia Cecchettin. Il prossimo 14 novembre era prevista la prima udienza del processo d'appello, in cui la difesa di Turetta, rappresentata dagli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, si preparava a impugnare la sentenza di primo grado, chiedendo le attenuanti generiche e l'esclusione dell'aggravante della premeditazione. In parallelo la Procura ha chiesto invece che vengano aggiunte, rispetto alla prima sentenza, le aggravanti dello stalking e della crudeltà.
"Credo – dice lo zio di Giulia Cecchettin – che questa lettera scritta ai magistrati sia solo una strategia difensiva, per evitare il processo d'appello e quindi il rischio che gli vengano riconosciute anche le aggravanti della crudeltà e dello stalking. Un calcolatore inesperto, perché la sua è una mossa chiarissima e non un pentimento: mi sento preso in giro".
"Rispetto al papà di Giulia – aggiunge Camerotto riferendosi a Gino Cecchettin – sicuramente io uso toni meno pacati, ma seguo e ammiro il suo lavoro, spero che possa aiutare sempre più donne e ragazze, come d'altronde già sta facendo. Dal canto mio penso che quando uccidi una persona non è un semplice ‘errore', non lo puoi riparare con lettere di pentimento".