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L’italiano in Islanda a cui negavano la cittadinanza alla fine l’ha spuntata: “Ho mandato decine di mail”

Dopo oltre 10 anni in Islanda, il ricercatore italiano Roberto Luigi Pagani ha finalmente ottenuto la cittadinanza. La sua domanda all’inizio era stata respinta per carenze nelle certificazioni linguistiche, nonostante insegnasse in islandese all’università. Una vicenda surreale: “L’ufficio immigrazione mi negava la cittadinanza a causa dei documenti di lingua nonostante un interminabile scambio di mail tutto rigorosamente in islandese”
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Il ricercatore italiano Roberto Luigi Pagani ha ottenuto la cittadinanza islandese
Il ricercatore italiano Roberto Luigi Pagani ha ottenuto la cittadinanza islandese
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Il ricercatore italiano Roberto Luigi Pagani vive in Islanda dal 2014 dove insegna agli islandesi nella loro lingua da anni, eppure la sua domanda per la cittadinanza era stata respinta perché considerata carente proprio dal punto di vista delle certificazioni linguistiche. Una vicenda surreale che finalmente è arrivata a conclusione, come racconta a Fanpage.it: "Lunedì mi è arrivata la lettera con la conferma: sono ufficialmente un cittadino islandese".

La testimonianza: "Per la burocrazia islandese il mio dottorato non era abbastanza"

Dopo oltre 10 anni trascorsi sull'isola scandinava come ricercatore e autore della pagina di divulgazione "Un italiano in Islanda", Roberto ha finalmente ottenuto la cittadinanza. Un traguardo che fino a qualche settimana fa sembrava addirittura irraggiungibile a causa dell'ambigua burocrazia islandese. Il problema era una certificazione di conoscenza della lingua islandese, un requisito che può essere soddisfatto anche con una semplice lettera del datore di lavoro della persona che presenta la domanda, dato che la legge non richiede necessariamente l'attestato di una scuola di lingua.

Roberto ha quindi presentato la lettera del preside della facoltà di islandese in cui da anni fa lezioni agli studenti islandesi nella loro lingua. Ma, a sorpresa, non è bastato, e lui si è visto respingere la richiesta. Per evitare di dover ripresentare la domanda da principio a novembre e fare un esame standard che avrebbe certificato un livello inferiore al suo, il ricercatore si è messo in contatto con gli uffici che stavano esaminando i suoi documenti: "Dopo un interminabile scambio di mail con l'ufficio immigrazione – tutto rigorosamente in islandese – ho capito quello che volevano, anche se non è esplicitamente previsto dalla legge. Ho prodotto il documento mercoledì e il lunedì successivo ho avuto la cittadinanza".

In realtà, il problema non era relativo alla reale capacità di comunicazione di Roberto, che non è mai stata messa in dubbio: "Oltre allo scambio di mail in islandese sono anche stato intervistato in diretta dalle tv del posto e ho sempre parlato in islandese. Era una solo una questione burocratica".

I paradossi però sono continuati sino alla fine: "Mi è stato richiesto un certificato di crediti universitari in islandese moderno, ho quindi inviato il dottorato e un diploma di didattica universitaria conseguito nel 2021 con 30 crediti in cui si esplicitava che ero stato esaminato in islandese. Ma li hanno rifiutati perché entrambi non erano lauree".

"Alla fine a fare la differenza per l'accettazione della mia domanda è stato un elenco di esami, risalente a 11 anni fa. Anche in questo caso però non si trattava di una laurea, però lo hanno finalmente accettato. Mi hanno fatto tribolare ma ora sono soddisfatto".

"Ora anche i miei colleghi hanno paura di non avere la cittadinanza"

Il caso di Roberto in Islanda è diventato un caso di rilevanza nazionale che acceso un riflettore su tutte le strutture e le ambiguità della legge per ottenere la cittadinanza: "La legge riporta solo la necessità di produrre un generico certificato che attesti la conoscenza della lingua. Questo lascia ampi margini ai funzionari che seguono le pratiche. Probabilmente questa volta hanno deciso di essere più restrittivi sui requisiti".

"Spero che la mia vicenda possa aiutare altre persone come me – si augura Roberto – una collega della mia università ha master e dottorato in islandese, e anche lei teme problemi per la sua cittadinanza perché non ha un certificato. Spera che i titoli di laurea in islandese valgano, ma dipende tutto come li valuta l'operatore che controlla la tua domanda".

Intanto però Roberto si gode questo momento: "Sono contento perché dagli islandesi ho avuto solo feedback positivi. Ieri al campus mi hanno fermato per dirmi: ‘Ora sei ufficialmente parte del nostro popolo‘".

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