L’Italia dice sì all’estradizione dell’ex capitano ucraino accusato del sabotaggio del gasdotto Nord Stream

L’Italia dice nuovamente sì all’estradizione in Germania del sospettato del sabotaggio del gasdotto Nord Stream 2, Serhii Kuznietsov, il 49enne ex capitano dell’esercito ucraino arrestato nel riminese il 21 agosto scorso su mandato di cattura europeo con l’accusa di aver preso parte al sabotaggio del gasdotto del 26 settembre del 2022. La decisione è della Corte d’Appello di Bologna che era stata chiamata a giudicare il caso con un nuovo collegio dopo l’annullamento con rinvio della precedente sentenza stabilito dalla Corte di Cassazione.
Il Tribunale di Bologna, competente per territorio, aveva già disposto il trasferimento dell’imputato in Germania con una sentenza emessa il mese scorso a cui i legali dell’uomo si erano però appellati. La Cassazione aveva annullato e rinviato a un nuovo collegio. Ora la nuova decisione dei giudici che conferma la precedente sentenza ma che non è ancora decisiva. Gli avvocati infatti hanno annunciato a Reuters l’intenzione di rivolgersi nuovamente in Cassazione.
Difesa annuncia nuovo ricorso in Cassazione
"La difesa ribadisce che non si fermerà finché un tribunale non avrà esaminato a fondo le implicazioni del caso in termini di diritto internazionale e diritti umani", ha affermato in una nota l'avvocato Nicola Canestrini. Per il legale, il procedimento "è viziato da gravi violazioni procedurali che ne compromettono la legittimità e la conformità ai principi del giusto processo".
Per la difesa del 49enne non sarebbero state verificate "le garanzie processuali e carcerarie nello Stato richiedente" né considerati "i profili di immunità funzionale e della natura politica del reato di sabotaggio contestato".
Il legale sostiene che "Non è solo in gioco la sorte di un singolo uomo, ma la credibilità stessa del sistema europeo di cooperazione giudiziaria". In attesa della nuova udienza in Cassazione, che dovrebbe tenersi entro un mese, l'indagato rimarrà in custodia in Italia.
Il sabotaggio del gasdotto Nord Stream
Serhii Kuznietsov è accusato insieme ad un altro uomo di aver partecipato al sabotaggio dell’importante gasdotto nel Mar Baltico che ha interrotto in gran parte il transito del gas russo verso l'Europa. Nessuno finora ha rivendicato il gesto definito sia da Mosca che dall'Occidente come un atto di sabotaggio. L'Ucraina ha negato qualsiasi coinvolgimento ma la Germania accusa due suoi ex ufficiali.
Oltre all’arrestato in Italia, infatti, c’è un altro uomo fermato a fine settembre in Polonia, sempre su un mandato di arresto europeo emesso dal Tribunale federale tedesco di Karlsruhe. In quel caso l’uomo però era tornato in libertà dopo il rigetto della richiesta di estradizione avanzata dalla Germania.