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La morte di Liliana Resinovich

Liliana Resinovich, parla il tecnico Molinari: “Sulla vertebra ho detto la verità, non copro nessuno”

Il tecnico anatomopatologo Giacomo Molinari ha risposto alle accuse mosse da Sergio Resinovich in un’intervista al quotidiano triestino Il Piccolo. “Ho detto la verità per aiutare a capire cosa sia successo a Lilly, assurdo essere ripagati con una querela per falso”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Giacomo Molinari, il tecnico di sala settoria che alla Procura di Trieste ha rivelato di aver provocato involontariamente la frattura alla vertebra toracica di Liliana Resinovich, dovrà rispondere di falso dopo la querela presentata dal fratello della 63enne scomparsa il 14 dicembre del 2021 e trovata morta il 5 gennaio del 2022.

Il tecnico anatomopatologo aveva raccontato agli inquirenti di avere il sospetto di aver provocato involontariamente la frattura durante una manovra per posizionare il cadavere in vista dell'autopsia effettuata nel 2022. La lesione non era poi stata menzionata nelle carte  relative agli accertamenti autoptici.

Alcuni accertamenti chiesti da Nicodemo Gentile, avvocato di Resinovich, ed effettuati dai Prof Vittorio Fineschi e Stefano D'Errico avrebbero però accertato la lesione della vertebra in vita, smentendo di fatto le dichiarazioni di Molinari. "Io confermo tutto quello che ho già spiegato – ha invece sottolineato il tecnico al quotidiano Il Piccolo -. Ciò che mi rattrista è che una persona onesta che vuole essere di aiuto nella lettura dei fatti venga ripagata con una querela".

Per la morte di Resinovich è oggi indagato il marito Sebastiano Visintin, mai iscritto al registro dal 2021. Il suo nome è stato appuntato soltanto di recente, quando la perizia della Dottoressa Cristina Cattaneo ha evidenziato una dinamica di morte causata da terzi e non quella inizialmente paventata di suicidio.

Le dichiarazioni di Molinari non sarebbero compatibili con quanto scritto da Cattaneo, Tambuzzi, Eugenio Leone e Vanin, incaricati di stendere la seconda relazione medico legale, ma andrebbero invece di pari passo con la posizione evidenziata dal medico legale che supporta Visintin, il dottor Raffaele Barisani, che sostiene che la lesione alla T2 "possa essere stata provocata da una mobilizzazione del corpo".

Sergio Resinovich ha chiesto nella querela di "approfondire il motivo delle mendaci e tardive dichiarazioni di Molinari" per capire "se stia aiutando o coprendo qualcuno". "Non sono pagato o manovrato da nessuno – ha spiegato il tecnico -. Nella memoria che ho spedito alla Procura ho spiegato cosa è successo quel giorno e sarà chi di dovere a giudicare. Io non mi sono autoaccusato, perché quella frattura non è il risultato di una mia colpa ma l'effetto, più frequente di quanto si pensi, di una manovra effettuata sul cadavere".

"L'autopsia del corpo di Liliana – spiega Molinari – è stata eseguita fuori dall'orario di lavoro con una prestazione occasionale su nomina del medico legale incaricato allora dalla Procura". L'accertamento è stato infatti svolto nelle sale settoriali della struttura obitoriale di via Costalunga e non, come da prassi, in quelle di Cattinara.

Il fratello di Resinovich ha inoltre chiesto al ministro della Salute un'ispezione nel Reparto dove lavora Molinari citando anche i video che il tecnico postava sui social per mostrare la quotidianità del suo lavoro. I filmati non hanno nulla a che vedere con il caso Resinovich.

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