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La morte di Liliana Resinovich

Liliana Resinovich, legali di Visintin contro l’interrogatorio di Sterpin: “Non è teste chiave”

Sulla richiesta di incidente probatorio formulata dal pm sulla testimonianza di Claudio Sterpin “abbiamo fatto le nostre deduzioni opponendoci” perché non è teste chiave sul contesto omicidiario e perché le sue documentazioni di salute non sono certificate” hanno spiegato gli avvocati di Sebastiano Visintin, unico indagato per la morte della moglie Liliana Resinovich.
A cura di Antonio Palma
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Legali di Sebastiano Visintin contro l'interrogatorio di Claudio Sterpin in programma il 23 giugno prossimo nell'ambito dell'atteso incidente probatorio per il caso di Liliana Resinovich. La difesa dell'unico indagato per la morte della 63enne, scomparsa nel dicembre 2021 e trovata morta a Trieste il 5 gennaio 2022, infatti si è opposta all'interrogatorio dell'amico di Liliana ritenendo che l'uomo non è teste chiave.

"Abbiamo fatto le deduzioni opponendoci, in quanto Sterpin non è teste chiave sul contesto omicidiario e perché le sue documentazioni di salute non sono certificate" hanno spiegato gli avvocati Paolo e Alice Bevilacqua. Il riferimento è a quando disposto dalla Procura triestina che ha voluto sentire Sterpin per cristallizzare i sui racconti anche per l'età avanza dell'uomo che potrebbero impedirgli in futuro di andare in Aula per partecipare a un eventuale processo.

L'acquisizione della testimonianza di Sterpin è ritenuta molto utile dai pm per ricostruire i fatti sia relativi alla mattina in cui Liliana Resinovich è scomparsa sia i rapporti tra i due nei mesi precedenti. L'uomo infatti ha sempre sostenuto che stesse per avviare una nuova relazione con Liliana e che lei avrebbe voluto lasciare il marito Visintin quando è scomparsa. Il marito, che ora è indagato per omicidio, smentisce invece la crisi coniugale. I pm ora voglio acquisire la testimonianza di Sterpin per evitare che l'età avanzata del teste possa compromettere in qualche modo il racconto.

"Il tema più importante resta la nostra riserva di incidente probatorio che in settimana scioglieremo per quanto riguarda il fondamentale tema scientifico" sottolineano però i legali di Visintin che al momento non commentano il capo d'imputazione provvisorio della Procura pur dicendosi però "sorpresi di non conoscere quali gli ulteriori e così certi elementi che abbiano portato la Procura a formulare un capo d'imputazione così specifico e dettagliato".

Nella stessa richiesta di incidente probatorio, infatti, la Procura di Trieste afferma che a uccidere Liliana Resinovich sarebbe stato il marito, Sebastiano Visintin, aggredendola, colpendola con una serie di percosse, graffi, urti e compressioni, indirizzati principalmente alla testa, alla mano destra, al torace e agli arti, e infine soffocandola nel parco dell’ex ospedale psichiatrico dove è stato poi rinvenuto il corpo senza vita.

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