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La morte di Liliana Resinovich

Liliana Resinovich, il preparatore anatomico si difende: “Non ho fatto errori, è una frattura da autopsia”

Giacomo Molinari, il preparatore anatomico che ha raccontato agli inquirenti impegnati nelle indagini sulla morte di Liliana Resinovich di aver causato la frattura di una vertebra durante l’autopsia eseguita subito dopo il ritrovamento del corpo della 63enne, è tornato a difendere il suo lavoro in un’intervista a Chi l’ha visto?. “Non ho fatto nessun errore”, ha spiegato.
A cura di Eleonora Panseri
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Liliana Resinovich
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"Ho partecipato a quell'autopsia nel ruolo di preparatore anatomico e per me era finita là, lavoravo per la Procura in quel momento come collaboratore di Costantinides. Non ho fatto parte del processo, non ho avuto accesso agli atti".

A parlare è Giacomo Molinari, il preparatore anatomico che ha raccontato agli inquirenti impegnati nelle indagini sulla morte di Liliana Resinovich di aver causato la frattura di una vertebra durante l'autopsia eseguita subito dopo il ritrovamento del corpo della 63enne, scomparsa a Trieste nel dicembre 2021 e trovata morta il mese successivo.

Il marito di Resinovich, Sebastiano Visintin, è indagato per omicidio. Molinari, in una lunga intervista alla trasmissione Chi l'ha visto?, è tornato a difendere il suo lavoro e ha spiegato di aver agito in buona fede, non per cercare notorietà.

"Può sembrare brutto, ma io quando finisco il lavoro, stacco e preferisco non pensare a queste cose. L'articolo de Il Piccolo, in cui si parlava della frattura mi è stato inoltrato", ha aggiunto. "A quel punto ho detto: ‘Un momento, prima che si scateni un polverone, chiariamo che sono fratture che facciamo quasi quotidianamente. Vado un attimo in Procura a spiegare. Da qui, non so come, mi sono trovato sui giornali, con i titoli che dicevano: ‘Il tecnico che ha confessato l'errore'", ha ricordato Molinari.

"Io non ho confessato niente, non ho fatto nessun errore. – ha spiegato ancora – Sono andato in Procura a spiegare come spesso si causano quelle fratture e che questo era uno di quei casi, per essere utile alle indagini. Non sono andato a costituirmi".

Il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, ha espresso disappunto sull'accaduto e l'avvocato Nicodemo Gentile, legale di Resinovich, ha annunciato di aver proceduto con la denuncia nei confronti di Molinari.

"Mi dispiace molto, tutta questa storia è stata fraintesa, quella frattura è normale ed è stata fatta per preservare l'integrità finale del corpo che è quello che metto sempre al primo posto. – ha raccontato ancora Molinari – Non volevo offendere né far arrabbiare o screditare nessuno. Ho pensato solo che fosse un dettaglio importante e che andasse riferito a chi si sta occupando dell'indagine. Per me era finita là".

"Ma il giorno dopo apro Internet e mi vedo da tutte le parti, mi è preso un colpo. Secondo me, al di là delle ipotesi di Costantinides (Fulvio, il medico legale che ha eseguito la prima autopsia sul corpo di Resinovich, ndr), che siano giuste o sbagliate, non sta a me dirlo, penso che, quando sei un professionista che lavora da decenni in questo campo, concludere la carriera così, in questo caos mediatico in cui tutti ti danno contro, non fosse proprio quello che avrebbe voluto".

Come spiegato dallo stesso Molinari, un operatore tecnico preparatore anatomico supporta l'anatomopatologo o il medico legale durante il riscontro diagnostico o l'autopsia legale. Il giorno 11 gennaio 2022 era in sala durante l'autopsia del corpo di Liliana Resinovich: "Era un'autopsia di tipo medico legale ordinata dalla Procura, fatta presso l'obitorio comunale. L'hanno messa sul tavolo autoptico e poi sono arrivato io".

Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin.
Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin.

"Insieme al medico legale, si passa all'esame esterno, alle fotografie di rito e ai dettagli. E poi si comincia con l'esame autoptico, si inizia dalla testa, l'encefalo. Si mette un sostegno per tenerla sollevata alla base, si fanno le fotografie, si controllano eventuali fratture, traumi, finito con la testa si procede con l'esame del corpo", ha spiegato il tecnico.

"Poi per fare l'analisi dei tessuti del collo c'è bisogno di iperestenderlo, la pelle dev'essere completamente tesa, come un elastico, per separare per piani tutti i tessuti. Per fare questo, il sostegno che prima sollevava la testa, viene spostato dietro alle spalle. – ha aggiunto – Se avessimo avuto a che fare con un soggetto giovane, atletico, bastavano pochi centimetri".

"Ma se la persona è più anziana, c'è più pelle che avanza e, come nel caso di Liliana, c'è anche l'osteoporosi, la fragilità ossea è superiore. Basta niente per procurare queste fratture, accade spesso, ed è una cosa voluta per un discorso di etica e rispetto della salma. L'alternativa sarebbe stata, invece che fare un'incisione a Y, un taglio lungo, che sarebbe partito da sotto il mento. A quel punto però il corpo non lo puoi più ripresentare integro", ha osservato ancora Molinari.

L'uomo ha raccontato ancora di essersi recato in Procura e di non aver trovato il pubblico ministero titolare delle indagini. Gli è stato quindi consigliato di recarsi in Questura: "Ho parlato con l'ispettore che segue il caso che ha comunicato tutto al pm. Io ho messo tutto nero su bianco e mandato una pec in Procura. E vorrei andare, ma in sordina. Non mi aspettavo questo tutto clamore, pensavo di dare una mano, un'opinione da tecnico".

"La cosa assurda è che io ho basato tutta la mia professione sull'etica e il rispetto della salma, anche inventandomi strumenti per poter mantenere tutto più integro. E finire sui giornali come uno che fa danni o che gli cade il morto è inconcepibile. È proprio l'opposto di quello che mi prefiggo ogni mattina prima di andare a lavorare", ha osservato Molinari con rammarico.

Il preparatore ha quindi mostrato durante l'intervista lo strumento utilizzato per estendere il collo della salma di Liliana Resinovich, il poggiatesta che potrebbe aver causato la rottura della vertebra riscontrata nella seconda autopsia.

"Volevo dire che a me sembra strano che questa storia venga fuori dopo tre anni", ha replicato il fratello di Liliana Resinovich, Sergio, intervenuto in collegamento durante la puntata della trasmissione condotta da Federica Sciarelli.

"Se ha effettuato questa operazione, per me erronea, perché io non ho mai sentito questa cosa? Lui avrebbe dovuto subito relazionare il tutto e riferire ai suoi superiori, i quali avrebbero dovuto riportare in Procura, visto che il corpo di mia sorella era stato ritrovato dopo una scomparsa e doveva essere attenzionato bene",  ha aggiunto.

Liliana Resinovich col fratello Sergio e la nipote
Liliana Resinovich col fratello Sergio e la nipote

"Che contributo voleva dare lui? Lui fa video sui social con il nome di Sector Jack‘ e mostra cose che io vorrei che un bambino non vedesse mai. Vorrei sapere chi gli ha dato l'autorizzazione di fare questi filmati in un obitorio. Come fa a dare in pasto a un pubblico cose così private?", ha detto ancora Resinovich, parlando dei brevi video pubblicati in rete nei quali Molinari mostra il suo lavoro.

Infine, Sergio Resinovich conclude: "Nella TAC effettuata subito dopo il ritrovamento del corpo era già stata riscontrata questa anomalia, ma mia sorella è comunque stata picchiata brutalmente. Sono stati riscontrati i colpi e lo stesso Barisani, il medico di parte di Visintin, ha riconosciuto questi colpi, non riconducibili a una caduta, ma causati da terzi".

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