Liliana Resinovich, cosa succede oggi in incidente probatorio e cosa cambia dopo il ricorso del marito

Si è tenuta oggi alle 15 l'udienza di incidente probatorio per l'omicidio di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata morta il 5 gennaio 2022 nel giardino dell'ex Opp di Trieste. L'ordinanza è stata firmata il 30 giugno e nel pomeriggio saranno affidati ai periti gli incarichi per eseguire gli accertamenti di natura genetica, meceologica e dattiloscopica chiesti dall'accusa.
La Gip di Trieste, Flavia Mangiante, ha disposto nuovi esami su reperti già analizzati e su ulteriori, tra cui quelli sequestrati la scorsa primavera nell'abitazione di Sebastiano Visintin, unico indagato per la morte della moglie. L'incarico è stato conferito ai professori Paolo Fattorini, Chiara Turchi ed Eva Sacchi. Il pool inizierà le analisi il prossimo 8 settembre e avrà 120 giorni di tempo per portarle a termine.
Si ricordi che per il delitto è indagato Sebastiano Visintin, marito della donna, difeso dagli avvocati Alice e Paolo Bevilacqua. I legali hanno invece fatto ricorso in Cassazione per il rigetto dell'istanza fatta per una terza perizia medico-legale sul corpo della donna. Secondo quanto apprende Fanpage.it da fonti informate, il ricorso richiederà un'udienza e la parentesi legale potrebbe estendersi per mesi, ma nulla cambierà per l'incidente probatorio approvato dalla gip di Trieste in merito agli accertamenti su coltelli appartenuti a Visintin e abiti.
Nel ricorso presentato alla Cassazione, la difesa di Visintin contesta anche la mancata valutazione del rischio che l'avvio del dibattimento possa subire una sospensione di oltre 60 giorni, circostanza che, secondo i legali, avrebbe giustificato l'anticipazione della perizia richiesta. Per gli avvocati, inoltre, la necessità di svolgere una terza perizia sul corpo della 63enne sarebbe data dalle "incongruenze" tra i due esami post mortem svolti nel 2022 e nel 2024 rispettivamente dai medici Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli e dalla dottoressa Cristina Cattaneo, che aveva ipotizzato una morte per soffocamento provocata da terzi.
Per la gip, sarebbe infatti superfluo un nuovo approfondimento sul corpo, anche se con l'ordinanza del 30 giugno ha accettato quanto invece richiesto dalla Procura in merito agli accertamenti merceologici e genetici. Secondo la difesa di Visintin, il nuovo accertamento era un "passaggio preliminare ed essenziale" per chiarire le incongruenze tra le due perizie in vista di un possibile rinvio a giudizio.
I familiari di Resinovich hanno sempre respinto l'ipotesi del suicidio con soffocamento ipotizzata dai medici legali Costantinides e Cavalli. Nella seconda perizia di 235 pagine, la dottoressa Cattaneo aveva sottolineato che l'asfissia riportata come causa della morte per Lilly nella prima perizia fosse in realtà un'asfissia meccanica esterna, quindi dovuta a uno strangolamento avvenuto in seguito a un'aggressione.
Secondo Cattaneo, inoltre, Resinovich sarebbe morta il giorno stesso della sua scomparsa e il corpo non sarebbe mai stato congelato. Con la seconda perizia e la nuova valutazione del caso giudiziario, è stato iscritto al registro degli indagati Visintin, marito della donna. L'ipotesi è che possa aver agito per timore che la 63enne volesse trasferirsi a casa dell'amico speciale Claudio Sterpin, ascoltato anche in sede di incidente probatorio.