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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

L’ex procuratore di Pavia Mario Venditti interviene sul delitto di Garlasco: “Evitare narrazione diffamanti”

L’ex procuratore di Pavia Mario Venditti – il pm che chiese e ottenne nel 2017 l’archiviazione delle prima indagini su Andrea Sempio – invita ad “attenersi ai fatti nella loro oggettività e continenza” quando si fa riferimento al delitto di Garlasco.
A cura di Giorgia Venturini
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Chiara Poggi, Andrea Sempio e Alberto Stasi.
Chiara Poggi, Andrea Sempio e Alberto Stasi.
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"Attenersi ai fatti nella loro oggettività e continenza". Lo fa sapere tramite il suo avvocato l'ex procuratore di Pavia Mario Venditti, ovvero il magistrato che chiese e ottenne nel 2017 l'archiviazione sulle indagini di Andrea Sempio quando era stato indagato per la prima volta per l'omicidio di Chiara Poggi. Ora l'ex procuratore, oggi in pensione e presidente del Casinò di Campione d'Italia, invita all'oggettività quando si parla del delitto di Garlasco. Il suo avvocato, il legale Domenico Aiello, chiede che si evitino "ulteriori narrazioni e ricostruzioni diffamatorie e lesive del decoro e del patrimonio di onorabilità" dell'ex magistrato.

Poi il legale entra nel dettaglio di cosa accadde allora: ricorda che nelle indagini sull'omicidio di Chiara Poggi Venditti "non ha mai svolto la funzione di magistrato" presso la Procura di Vigevano, allora competente, "né tantomeno nelle successive fasi dibattimentali e di impugnazione". Smentisce poi chi riporta di un coinvolgimento di Venditti nel processo su Alberto Stasi: "Venditti dunque non ha mai rappresentato la pubblica accusa nel processo che ha condotto alla condanna di Alberto Stasi", aggiunge Aiello.

L'ex magistrato per conto del suo legale tiene a sottolineare come "sin da principio non ha inteso interferire con le diverse indagini di cui a vario titolo si dà conto nella cronaca locale e nazionale, né ha inteso partecipare o alimentare l'incontrollato battage mediatico, ciò non di meno non è possibile astenersi dal rappresentare il danno illecito che sino ad oggi sta subendo dalla mole di notizie false e prive di ogni riscontro oggettivo". Ricorda infine che "della vicenda a vario titolo si sono occupati diversi magistrati, oltre quaranta tra giudicanti e requirenti, alcuni dei quali riconosciuti tra i più autorevoli e rispettati del tempo, senza considerare i procedimenti satellite relativi a depistaggi, pedinamenti e false testimonianze".

Venditti fu il magistrato che chiese e ottenne nel 2017 l'archiviazione delle prime indagini su Andrea Sempio, l'amico del fratello di Chiara Poggi che ora è di nuovo indagato per omicidio in concorso con ignoti o lo stesso Stasi dalla Procura di Pavia. Allora aveva iniziato gli accertamenti su Andrea Sempio quando nel 2016 la madre di Stasi, Elisabetta Ligabò, aveva presentato un esposto alla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Milano. La difesa di Stasi, allora come oggi, si focalizzò su quel cromosoma Y trovato durante la perizia del professore Francesco De Stefano nel 2014 sulle unghie di Chiara Poggi. Per il perito il cromosoma Y – forse attribuibile alla famiglia di Sempio – non fu sufficiente per avere un profilo genetico e chiaro tanto da supportare delle accuse su Andrea Sempio. Il contrario invece sostenne la difesa di Stasi.

Nella richiesta di archiviazione nel 2017 Venditti spiegò che De Stefano nella sua perizia aveva sottolineato che "essendo i risultati incostanti, gravati da artefatti conseguenti a possibile degradazione ed inserimenti di contaminanti, nonché soggetti a probabile contaminazione ambientale, non sono utilizzabili per ‘definire una ipotesi di identità', quindi per effettuare alcun confronto con un profilo genetico".

Nella richiesta di archiviazione la Procura scrisse anche che: "La conclusione che pare di poter trarre è che non vi è alcuna corrispondenza fra il materiale genetico rinvenuto sui reperti ungueali di Chiara Poggi ed il Dna di Sempio, anche se si ribadisce che il materiale genetico estratto dai reperti ungueali della vittima non è idoneo a effettuare nessun confronto, poiché i risultati emersi dalle tre estrazioni di dna nelle tre prove effettuate dal Perito sono divergenti ed incostanti, quindi del tutto inaffidabili". Su queste basi si arrivò all'archiviazione su Sempio

Ora Venditti, sempre tramite il suo legale, ricorda che dopo il passaggio in giudicato della sentenza di condanna di Alberto Stasi lui "è stato co-assegnatario (dunque non unico), di un fascicolo di indagine su Andrea Sempio, originato da un esposto della difesa Stasi e sulla scorta delle risultanze certificate dai consulenti della Corte d'Appello di Milano già anni prima, mai contestate dalla Procura Generale".

L'ex magistrato dispose comunque "nuove indagini, all'esito delle quali ritenne di chiedere "l'archiviazione della ipotesi investigativa, attesa la inservibilità e infruttuosità della prova scientifica dedotta, attestata dai consulenti del Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri e valutate gli esiti delle successive indagini tempestivamente disposte". Allora è storia, ora non resta che attendere come procederanno queste nuove indagini su Andrea Sempio: si arriverà anche in questo caso all'archiviazione o si andrà a Processo?

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