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Le mamme della Terra dei Fuochi portano le foto dei figli malati a Napolitano

Le donne al Capo dello Stato: “Ci deve promettere che non ci abbandona. Abbiamo altri bambini che vogliamo far crescere”.
A cura di D. F.
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"Ci deve promettere che non ci abbandona": è questo l'appello che numerose mamme che hanno subito lutti nella Terra dei Fuochi hanno fatto a Giorgio Napolitano, che proprio il 3 gennaio scorso aveva scritto un'accorata lettera a Don Patricello, prete di Caivano che si batte contro i roghi dei rifiuti e a favore delle bonifiche: "Vorrà credere – scriveva al termine della missiva il Capo dello Stato – nel mio costante e personale impegno a sollecitare – a tutti i livelli di governo – gli interventi necessari, compresa la vigilanza sul buon andamento delle misure e degli investimenti da effettuarsi e, non appena sarà possibile disporre di ulteriori risorse, mirate misure compensative del danno subito dalle vittime". Le donne della Terra dei Fuochi danno fiducia al Presidente: "Abbiamo altri bambini che vogliamo far crescere – dice a Il Mattino Anna Magri, una delle mamme che hanno inviato a Napolitano e a Papa Francesco le ‘cartoline' – Gli chiediamo di fare tutto quello che è nelle sue facoltà".

Interviene anche Don Patricello: "La prescrizione contro i reati ambientali è proprio un'offesa. La Camorra si alimenta di miseria e povertà. Bisogna cominciare a togliere acqua alla barca della Camorra per portare questa barca in secca". E sul decreto legge il sacerdote afferma: "Il decreto è una buona cosa ma è nato piccino piccino. E anche noi come comitato abbiamo messo insieme una quindicina di emendamenti. Ma abbiamo paura delle cose straordinarie, vogliamo che le cose procedano in modo ordinario". Patricello ha quindi detto: "A Napolitano chiederemo che spinga chi di dovere a fare il proprio dovere. La Sanità è la parte che manca nel decreto e poi qualcosa di più sulla giustizia, ma quando è partito era poca cosa". Per esempio "dopo due anni l'esercito se ne va e i 50 milioni per la sanità sono un una tantum; dopo lo screening chi le cura le persone: non si può chiedere ad una famiglia se curare la mamma o la figlia. Dobbiamo smetterla con questa barzelletta degli stili di vita – continua il parroco – I roghi non sono finiti e non potranno mai finire; e se sono finiti si stanno spostando. Ma il vero problema è cosa brucia e chi brucia, e chi glieli dà".

Secondo il sacerdote "bruciano i rifiuti industriali di imprese in regime di evasione fiscale. E' tutto il sistema che non funziona più: noi non vogliamo liberare la Terra dei fuochi a danno di altri, che sia la Puglia o la Basilicata o l'Europa dell'est".

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