L’avvocato dei Poggi sugli esami della Procura su Ignoto 3: “I dati confermano la responsabilità di Stasi”

Il presunto dna ignoto rilevato nella bocca di Chiara Poggi non apparterebbe a una persona coinvolta nel delitto di Garlasco. Per la Procura di Pavia il materiale genetico trovato sulla garza durante gli esami nella bocca della ragazza è una possibile "contaminazione con precedenti esami autoptici". Lo svelano i magistrati in un comunicato stampa, precisando però che si faranno ulteriori accertamenti. Non c'era mai stato alcun dubbio per i legali della famiglia Poggi e per i loro consulenti che fin da subito avevano sempre parlato di contaminazione con altro materiale o persona presente in sala durante l'autopsia di Chiara Poggi nel 2007.
A Fanpage.it Marzio Capra, il genetista sempre a fianco della famiglia Poggi dal giorno dell'omicidio, ha precisato: "Le caratteristiche del profilo e i quantitativi di DNA recuperati, valutati con gli esiti dei test sull’origine tissutale delle tracce, se letti correttamente e onestamente deponevano in via di pratica certezza a fenomeni di contaminazione ambientale o strumentale. Bastava saperli o volerli leggere".
La piccola porzione di DNA trovata per Marzio Capra non era sufficiente per ipotizzare la presenza di un'altra persona sulla scena del crimine. Poi il dottore aggiunge: "La Procura autonomamente ha inteso sollevare il Perito da questa verifica nel contraddittorio e ha rimesso queste sue conclusioni avvalorandole con approfondimenti di laboratorio".
Gli fa eco il legale dei genitori di Chiara Poggi, Gian Luigi Tizzoni: "Il comunicato della Procura di Pavia conferma la convinzione da sempre espressa dal nostro consulente e da noi condivisa: si è trattato di una palese contaminazione. Se si guardano i dati e non le suggestioni ogni passaggio conferma, anche se non ve ne era bisogno, la responsabilità di Stasi". Ma cosa ha svelato oggi 12 agosto la Procura di Pavia che da mesi ha riaperto le indagini sul caso iscrivendo del registro degli indagati Andrea Sempio?
Nella nota si legge: "A seguito del rinvenimento di un profilo genetico sconosciuto su una garza, utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della vittima, la Procura di Pavia ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti specifici". Eppure questo Ignoto 3 ha sollevato in queste settimane tante nuove ipotesi su cosa è successo 18 anni fa.
La Procura chiarisce che le sue conclusioni sono il risultato della comparazione fatta con "preparati istologici" di cinque maschi la cui autopsia è stata fatta in concomitanza con quella di Chiara Poggi: "La comparazione dei profili aplotipici parziali ottenuti dai tessuti biologici relativi ai cinque soggetti di sesso maschile sopra elencati rispetto al reperto 335283-114472 ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E. Tale dato, in questa forma incompleta, è suggestivo della provenienza del materiale biologico maschile di cui al reperto 335283-114472 dal soggetto identificato dal codice 153E".