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La vittima dello stupro di gruppo a Palermo: “Inondata di minacce, non abbiate paura di denunciare”

La lettera della 19enne vittima dello stupro di gruppo a Palermo letta durante la puntata di Zona Bianca andata in onda su Rete 4 ieri sera: “Se ci fosse una protezione completa molte più donne sarebbero disposte a denunciare. Non dobbiamo essere noi a vergognarci ma chi osa sfiorarci senza il nostro consenso”.
A cura di Ida Artiaco
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"A volte ci si spaventa per ripercussioni da parte di parenti e amici degli stupratori come è successo a me, che sono stata inondata di minacce. Se ci fosse una protezione completa molte più donne sarebbero disposte a denunciare. Mi dispiace dirlo ma non è sempre così".

È questo uno dei passaggi della lettera della 19enne vittima dello stupro di gruppo di Palermo, consumatosi tra il 6 e il 7 luglio scorsi: la giovane sarebbe stata aggredita da 7 ragazzi nella zona del Foro Italico. Tutti sono stati arrestati: il più piccolo ha compiuto 18 anni da poco, era ancora minorenne all'epoca dei fatti, che sono stati anche ripresi con un cellulare e il cui video rappresenta una delle prove principali a carico degli idagati.

La 19enne ha inviato la lettera alla trasmissione di Rete 4 Zona Bianca condotta da Giuseppe Brindisi. Durante la puntata andata in onda nella serata di ieri, domenica 3 settembre, la giovane ha raccontato: "Gridavo loro di smettere. Non mi reggevo in piedi, ma loro continuavano", riferendosi a quella notte di inizio luglio.

Poi, ha rivolto un appello ad altre giovani che si trovano nella sua stessa situazione: "Molte donne hanno paura di denunciare per vergogna, non dobbiamo essere noi a vergognarci ma chi osa sfiorarci senza il nostro consenso — ha proseguito nella lettera la 19enne, che da qualche giorno vive in una comunità protetta —. Ho letto di ragazze che dopo quello che è successo a me non vogliono più uscire… ma perché privarci di uscire? Perché noi? Sono le bestie che si dovrebbero essere private".

La ragazza chiede maggiore protezione per le vittime di stupro e per tutte le donne che dovrebbero denunciare le violenza a cui vengono sottoposte. "Ci sono donne che dopo aver denunciato vengono uccise o sfregiate e di certo nessuno vuole rischiare tutto ciò. — si legge ancora nella lettera —. Se ci fosse più tutela e una legge più incisiva, gli uomini stessi ci penserebbero due volte prima di fare una cosa simile. Molto spesso per loro è un semplice sfogo, ma se si parlasse di ergastolo o comunque di tanti di anni di carcere, ci penserebbero due volte anzi 20 prima di toccare una donna".

Infine, un riferimento al suo passato difficile: "Non sto sempre bene nonostante ci siano momenti in cui cerco di risollevarmi pensando al futuro. Purtroppo ho affrontato una vita non facile… ma devo andare avanti, controvoglia, ma devo riuscirci. Non solo perché voglio una vita migliore ma anche per mia madre, che nonostante fosse molto malata e bloccata a letto, si faceva sempre vedere col sorriso. Non si è mai arresa, dopo decenni passati in sedia a rotelle".

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