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La ricetta dell’ECDC per salvare il Natale: “Vaccini e restrizioni o si rischia un boom di ricoveri”

Non solo vaccini, ma anche lockdown, telelavoro e uso della mascherina: queste le ricette dell’ECDC per non incorrere in un boom di contagi durante le festività natalizie.
A cura di Davide Falcioni
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Secondo l'Ecdc – il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie – l'ancora insufficiente copertura vaccinale in molti stati dell'Unione Europea, associata a una maggiore contagiosità della variante Delta e a un rilassamento delle misure non farmacologiche come l'uso della mascherina e il distanziamento sociale, potrebbero rendere il periodo delle prossime festività natalizie estremamente critico. Per questo, onde evitare un picco di infezioni, si consiglia di prendere sin da subito provvedimenti incisivi: "Ci sono misure, come il lockdown, che sono freni di emergenza e si usano quando si vuole abbassare i numeri di casi di Covid in breve tempo. E ci sono misure meno intrusive, come indossare mascherine, il telelavoro, distanziamenti sui mezzi pubblici, ridurre le persone che si possono incontrare. C'è ancora tempo fino al Natale, ma se la situazione non migliora potrebbe significare che queste misure devono essere adottate anche a Natale", ha dichiarato la direttrice dell'Ecdc, Andrea Ammon, presentando uno studio dedicato proprio alle festività di fine anno. "La vaccinazione  obbligatoria – ha aggiunto – non è la bacchetta magica, e potrebbe portare ad una polarizzazione. Tra quelli che non sono vaccinati, molti non sono contro i vaccini, e vogliono decidere autonomamente". L'obbligo potrebbe portare ad "un maggiore rigetto da parte delle persone. Quindi non è la soluzione alla questione".

Ecdc: "Urgente chiudere il gap immunitario e completare il ciclo vaccinale"

Secondo l'Ecdc per limitare l'impatto della variante Delta nei mesi di dicembre e gennaio occorre chiudere il "divario immunitario, offrire dosi di richiamo a tutti gli adulti e reintrodurre misure non farmaceutiche". La priorità, sottolinea il dossier dell'ente europeo, è completare il ciclo vaccinale di chi non è ancora immunizzato. "Abbiamo a disposizione vaccini sicuri ed efficaci – si legge nella nota firmata da Ammon – e fino a quando una parte più ampia della popolazione ammissibile non sarà immunizzata, gli interventi non farmaceutici devono continuare a far parte della nostra routine quotidiana". "I Paesi – aggiunge la direttrice dell'Ecd – dovrebbero anche prendere in considerazione una dose di richiamo per tutti gli adulti di età pari o superiore a 18 anni, con priorità per le persone di età superiore ai 40 anni. La dose di richiamo è raccomandata non prima di sei mesi dopo aver completato il primo ciclo".

Nei prossimi mesi rischio boom di ricoveri tra i non vaccinati

Complici le festività natalizie, che sono tradizionalmente associate a una maggiore socialità, nei prossimi due mesi si rischia "un gran numero di nuovi ricoveri ospedalieri di individui non vaccinati" e "l'attuale livello complessivo di diffusione della vaccinazione sarà insufficiente a limitare l'onere dei casi di COVID-19 e dei ricoveri ospedalieri", soprattutto nei "paesi con livelli di vaccinazione inferiori", che "sono quelli a rischio più elevato". "Attualmente – prosegue Ammon – meno del 70% della popolazione dell'insieme dei Paesi Ue e dello Spazio economico europeo è stata completamente vaccinata". Questo, aggiunge, "lascia un ampio divario vaccinale che non può essere colmato rapidamente e offre ampio spazio alla diffusione del virus". "Dobbiamo – esorta Ammon – concentrarci con urgenza sulla chiusura di questo divario immunitario, offrire dosi di richiamo a tutti gli adulti e reintrodurre misure non farmaceutiche".

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