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Famiglia che vive nel bosco

“La bimba non ha la bronchite”, la famiglia nel bosco chiede seconda visita pediatrica ma viene negata

Catherine Birmingham si era già opposta alle cure ritenendo che la figlia non fosse malata e aveva chiesto quindi una seconda visita che però è stata negata dopo il no della tutor dei bimbi.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di repertorio.
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La bronchite acuta con broncospasmo diagnosticata alla figlia minore è al centro di un nuovo scontro tra gli assistenti sociali, chiamati ad assistere i minori dopo la sospensione della potestà genitoriale, e la famiglia che viveva nel bosco di Palmoli, in Abruzzo. La malattia “non segnalata e non curata” secondo la relazione medica stilata dopo la visita dei piccoli all’interno della casa protetta di Vasto, viene infatti minimizzata dalla coppia che aveva chiesto per questo una seconda visita con un suo medico incaricato che però è stata negata.

A chiedere una seconda visita sarebbe stata in particolare la madre dei piccoli, Catherine Birmingham che gli stessi assistenti sociali avevano descritto come contraria al trattamento della malattia avviato dai medici all’interno della casa famiglia dopo il trasferimento dei bimbi. Una contrarietà che i giudici del Tribunale per i Minori dell’Aquila hanno sottolineato anche nel provvedimento che ha confermato l’allontanamento da casa dei piccoli per Natale. “Si è reso necessario insistere perché la madre abbattesse la sua contrarietà necessaria a trattare la seria bronchite con broncospasmo da cui era affetta la figlia” scrivono infatti i giudici.

Affermazione che la donna ha cercato di smentire chiedendo una seconda visita che a suo dire avrebbe potuto stabilire la non gravità della situazione della figlioletta. Una visita che però non avverrà, come stabilito poco prima di Natale. Come ricostruisce il Corriere della Sera, il no espresso dalla tutor dei piccoli è giustificato da una doppia motivazione: da un lato perché la visita è ritenuta superflua visto che la bronchite è stata diagnosticata da un professionista pediatra e già in cura ormai da settimane: dall’altro perché si accavallerebbe l’approfondimento diagnostico sui piccoli disposto dai giudici del Tribunale dell’Aquila per accertare il loro stato di salite generale.

Il rigetto dell’istanza però rischia ora di scatenare nuove tensioni con la coppia che sospetta un uso strumentale dell’episodio della bronchite a loro sfavore in vista di una possiibile revisione della decisione della sospensione della potestà genitoriale. Nei giorni scorsi i legali della coppia avevano già evidenziato il rapporto conflittuale che si sarebbe instaurato tra la mamma dei bambini e l'assistente sociale nominata sul caso che avrebbero portato alla "mancanza di collaborazione" o "chiusura ideologica" rinvenuta dai giudici nella sentenza con cui hanno rigettato il ricorso della famiglia.

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