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L’automobile in quella foto non è di Salvatore Parolisi: nuovo colpo di scena nel delitto di Melania Rea

Il Gip di Teramo confermato l’istanza d’arresto per Salvatore Parolisi. Intanto saltano fuori importanti novità sulla foto della misteriosa auto: si tratterebbe di una vettura color amaranto, per nulla compatibile con quella del caporal maggiore.
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Carmela Melania Rea

Le fonti investigative di Ascoli non lasciano spazio alle perplessità e confermano quanto aveva già reso noto l'avvocato di parte civile Mauro Gionni, in una dichiarazione di questa mattina. Secondo quanto riferito dal legale della famiglia di Melania Rea, non ci sarebbe spazio per i malintesi: l'auto ritratta nella foto che nei giorni ha fatto il giro del web non sarebbe quella di Salvatore Parolisi. La foto agli atti, che anche la difesa dell'uomo conosce bene, ritrae un'automobile color amaranto e non nera come la Scénic del caporal maggiore. Le possibilità di portare quella prova a testimonianza dell'innocenza del caporal maggiore sembrano essere sconfessate una volta e per tutte.

Inoltre, l'auto in questione sarebbe parcheggiata in una zona distante da quella indicata da Parolisi (in direzione di Colle San Giacomo) così come dalle altalene dove la famigliola si sarebbe fermata per far giocare la piccola Vittoria. Insomma, quella che la difesa del militare aveva definito come un elemento di rilievo, l'ultimo baluardo verso la presunzione d'innocenza di Salvatore Parolisi nel delitto di Melania Rea si è rivelata, miseramente, essere una bufala messa in atto dai legali Biscotti e Gentile, almeno stando a quanto trapela dai fascicoli dell'indagine trasmessi dagli inquirenti di Ascoli a Teramo.

Intanto, proprio da Teramo arriva l'ennesima novità sul caso, ovverosia l'accoglimento della richiesta d'arresto da parte del Gip di Teramo, Giovanni Cirino. La procura di Teramo ha fatto proprie le accuse avanzate dagli inquirenti ascolani che fino a qualche settimana fa hanno lavorato al caso, aggiungendo un'aggravante al delitto di Melania Rea. Oltre all'omicidio volontario agrravanto dalla crudeltà e dal vincolo di parentela la procura abruzzese contesta a Salvatore Parolisi anche "di aver profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa." Melania era accovacciata, in una posizione in cui le era difficile difendersi. Anche di questo, stando le dichiarazione di oggi, dovrà rispondere Salvatore Parolisi.

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