In un liceo di Ravenna pagelle solo a fine anno: “Così si riduce l’ansia da prestazione negli studenti”

Il liceo scientifico Oriani di Ravenna ha compiuto un piccolo ma importante passo verso una scuola meno competitiva e più attenta alle esigenze degli studenti: abolire la tradizionale suddivisione in quadrimestri per adottare il "periodo unico". Una decisione che va ben oltre il semplice cambiamento organizzativo e tocca il cuore del sistema educativo nazionale.
La dirigente scolastica dell'istituto romagnolo ha guidato questa sperimentazione, ottenendo l'approvazione sia del collegio docenti che del consiglio di istituto. L'obiettivo dichiarato è duplice: alleviare lo stress da prestazione che affligge sempre più studenti e riorganizzare completamente l'approccio didattico. "Le verifiche di fine quadrimestre generavano forte stress, che influiva negativamente sul rendimento", ha spiegato la preside Valentini al Corriere Romagna. Il sistema precedente, secondo la dirigente, penalizzava soprattutto gli studenti più fragili, creando un meccanismo di ansia che si ripeteva ciclicamente durante l'anno scolastico.
La nuova metodologia della scuola romagnola introduce quindi corsi di potenziamento distribuiti nell'intero arco dell'anno scolastico, sostituendo i tradizionali recuperi concentrati in poche settimane dopo la consegna delle pagelle. Questo approccio permette un intervento tempestivo sulle difficoltà, evitando l'accumulo di lacune che spesso diventano incolmabili.
L'iniziativa ravennate non rappresenta un caso isolato nel panorama educativo regionale e nazionale. Anche un liceo di Faenza e un istituto di Grosseto hanno adottato il medesimo approccio, creando una rete di sperimentazione che si sta espandendo nel territorio. Questa diffusione spontanea suggerisce che il modello risponde a un'esigenza reale del sistema scolastico.
Secondo Orizzonte Scuola il fenomeno della "scuola senza voti" sta conquistando sempre più istituti italiani, declinandosi in modalità diverse ma con obiettivi comuni. A Roma, un liceo ha sperimentato l'eliminazione totale dei voti numerici durante l'anno, mantenendoli esclusivamente per gli scrutini intermedi e finali. Gli studenti continuano a sostenere verifiche e interrogazioni, ma i docenti forniscono valutazioni qualitative mirate al miglioramento piuttosto che giudizi numerici secchi.
Il modello fiorentino presenta invece un'altra variante interessante: un istituto superiore della provincia ha sostituito i voti con rubriche di valutazione che analizzano punti di forza e debolezza individuali. Il sistema di valutazione formativa permette agli studenti di ricevere feedback costruttivi sul proprio percorso di apprendimento, eliminando l'ansia legata al numero finale.
Un sondaggio condotto da Skuola.net su 2.500 alunni delle superiori rivela dati significativi: l'80% degli intervistati chiede maggiore spazio ai giudizi descrittivi rispetto ai voti numerici. Le motivazioni sono chiare e convergono sulla necessità di ridurre l'ansia da prestazione, che spesso sfocia in problemi psicologici più gravi.
Le preferenze studentesche si dividono tra due approcci: il 34% vorrebbe affiancare giudizi argomentativi ai voti tradizionali, mentre il 46% relegherebbe i numeri a un ruolo formale limitato alle pagelle di fine anno. Emerge inoltre una questione tecnologica non secondaria: quella del registro elettronico.
Solo il 34% degli studenti ne chiede l'eliminazione completa, mentre il 51% preferirebbe ritardare di alcuni giorni la pubblicazione online di voti negativi e provvedimenti disciplinari. Questa proposta permetterebbe agli studenti di spiegare personalmente l'accaduto ai genitori, riducendo conflitti familiari e incomprensioni legate alla trasparenza immediata del sistema digitale.