“In Italia avevo un lavoro stabile ma volevo superare i miei limiti: vi racconto la mia vita a Barcellona”

"Vivere a Barcellona è molto stimolante ed è esattamente quello che cercavo, visto che non ho lasciato l'Italia per infelicità o per necessità. Me ne sono andata sapendo di lasciare un posto dove comunque stavo bene ma l'ho fatto per superare dei limiti, avevo voglia di fare quest'esperienza da anni ma per una cosa o per l'altra non ero mai riuscita".
Così Emi, 31enne di Giugliano (Napoli), ha raccontato a Fanpage.it la decisione di trasferirsi a Barcellona insieme al suo fidanzato, Carlos. Dopo aver sognato per tanti anni di vivere all'estero, a entrambi si è presentata l'occasione, anche grazie a un po' di fortuna, e sono riusciti a partire.
Quando e perché avete deciso di trasferirvi a Barcellona?
Erano due, tre anni che io e il mio fidanzato pensavamo di lasciare l'Italia. Per me non era un'esigenza lavorativa perché a Napoli avevo un impiego stabile, ma per superare un mio limite, per uscire dalla mia zona di comfort.
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Ho sempre vissuto in un paese in provincia di Napoli, ho studiato a Napoli, ma mi è sempre piaciuto viaggiare e mi ero sempre chiesta cosa significasse fare un'esperienza all'estero, era un pensiero costante. Il mio fidanzato è riuscito a trovare un lavoro a Barcellona e io gli ho detto subito: ‘Vai', pensando che sarei riuscita a trovare un modo per partire anche io.

Dopo solo 10 giorni che stavo inviando curriculum, senza ricevere risposte, mi ha scritto su LinkedIn una recruiter di un'azienda tedesca che ha sede in Spagna. Cercavano un profilo in linea con il mio, sono laureata in Economia e Finanza, ho sempre lavorato nel settore tecnologico finanziario e della tesoreria, e mi hanno offerto un lavoro.
Da lì è andato tutto liscio. Il mio fidanzato è partito ad aprile, io a maggio. E devo dire che è stato molto più semplice del previsto, proprio grazie a questa coincidenza fortunata.
Sei a Barcellona da qualche mese, cosa ti piace di più della vita lì?
Qui c'è molto rispetto e ordine, senso civico. Quando uno è in vacanza magari non ci fa caso, ma vivendo qui te ne accorgi. La città è curata dai cittadini, ci sono manifesti che invitano chi non è della città, turisti o nuovi abitanti, a rispettarla.
E se uno trasgredisce, viene multato, non si lascia correre. Barcellona è pulita, ordinata, funziona. Sulla burocrazia invece sono un po' più lenti, anche se, alla fine, senza particolari problemi, si riesce a fare tutto.

E cos'è che invece ti manca o ti crea difficoltà?
Ovviamente, sento tanto la lontananza con la famiglia. Per il resto, direi la familiarità con il posto. Nella tua città, dove hai vissuto tutta la vita, ti senti perfettamente padrona di quello che accade. Invece, qui, di fronte a nuove situazioni, ci si sente un po' sperduti.
Non è semplice entrare nei meccanismi, che siano a livello medico, fiscale, è tutto differente. Bisogna immergersi in un'altra cultura, nelle loro regole. Certo, siamo in Spagna e non in Giappone, è tutto nuovo ma non siamo dall'altra parte del mondo.
Eri mai stata a Barcellona prima?
Sì, un paio di volte, come turista e per periodi molto brevi. Non era riuscita a sentire il fascino della città. Tra i tanti posti dove avrei voluto fare quest'esperienze, Barcellona non c'era. Mi vedevo più a Madrid, Parigi o Londra.
Forse perché pensavo che Barcellona fosse simile a Napoli. Ma quando hanno offerto il lavoro sia a me che al mio fidanzato, abbiamo detto: ‘Partiamo'. Non posso dire che sia la città della mia vita, è presto, ma non sono ancora scappata (ride, ndr).
Sapevate già lo spagnolo?
Il mio fidanzato sì, perché è nato e cresciuto a Napoli ma sua mamma è di Valencia. Io invece l'ho imparato da autodidatta, studiando la grammatica, leggendo libri, ascoltando canzoni e vedendo film. Non è una lingua lontana dall'italiano e stando sul posto si impara per forza perché si è obbligati a usarla, al lavoro, nella vita quotidiana.
La tua famiglia è già venuta a trovarti?
Sì, mia mamma è stata qui già due volte e con la mia famiglia ci sentiamo tutti i giorni, facciamo videochiamate per accorciare le distanze. Adesso abbiamo anche trovato un cat sitter di fiducia per i nostri tre gatti, a breve potremo tornare in Italia.

Avete fatto nuove amicizie?
Il mio fidanzato conosceva già persone che vivevano qui da diversi anni, ma abbiamo fatto amicizia anche con i nuovi colleghi. È stato facile fare nuove conoscenze perché gli spagnoli sono molto calorosi e si socializza facilmente.
A chi è adatta una città come Barcellona? Cosa diresti a chi vuole fare un'esperienza simile?
Barcellona è molto costosa ma penso sia adatta sia a giovani che famiglie. Qui è pieno di discoteche, la città attrae tanti ragazzi da tutto il mondo, è cosmopolita e con molte opportunità. Allo stesso tempo però ci sono tanti parchi e vengono organizzate molte attività per bambini. È una città un po' per tutti.
L'importante, prima di partire, è l'organizzazione. Se si è da soli e si va all'avventura, ovviamente è un conto; ma per chi magari ha già un lavoro, figli, animali domestici, responsabilità, la situazione va affrontata diversamente. Secondo me, Barcellona è il posto adatto per chi ricerca nuovi stimoli, per chi vuole fare una nuova esperienza.