Il ritorno di Trump, la morte di Papa Francesco, la guerra a Gaza: gli eventi che hanno segnato il 2025

Il 2025 è stato un anno ricco di avvenimenti che hanno segnato il corso della storia contemporanea: dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca alla morte di Papa Francesco, dagli accordi sulla guerra a Gaza alla Flotilla e le manifestazioni di piazza, andiamo a capire cosa è successo.
A cura di Annalisa Girardi
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Ci sono almeno dieci eventi, a livello internazionale, che hanno segnato in modo indelebile questo 2025. E probabilmente influenzeranno anche quello che accadrà nel 2026. Sono gli avvenimenti che hanno reso quest'anno diverso dai precedenti, che in qualche modo hanno segnato il corso della storia contemporanea.

Gli eventi che hanno segnato il 2025

Il ritorno di Trump alla Casa Bianca

Per primo, il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. È successo a gennaio, all’inizio dell’anno, e ha da subito sconvolto gli equilibri mondiali. C’è un prima e un dopo, nel mondo, rispetto a questo secondo mandato di Trump: pensiamo solo all’aumento della spesa militare per i Paesi Nato o alla guerra commerciale che il presidente statunitense ha scatenato annunciando dazi a mezzo mondo, anche se poi ci sono stati diversi passi indietro. La geopolitica mondiale è cambiata, con Trump: alcune regole del gioco non sono più valide, il diritto internazionale non conta più come prima. La vera domanda è se alla fine di questa parentesi le cose torneranno come prima, o se abbiamo sdoganato per sempre un altro modo di convivere, di relazionarci tra Paesi.

La morte di Papa Francesco

Secondo, la morte di Papa Francesco, nel giorno di Pasquetta, nell’anno del Giubileo. E poi l’elezione di Papa Leone XIV, il primo statunitense della storia. Un elemento che chiaramente si collega al punto di prima, anche se finora avere a capo del Vaticano un cittadino statunitense non ha influito sulle politiche di Washington rispetto al resto del mondo.

L'escalation tra India e Pakistan

Terzo avvenimento: l’escalation tra India e Pakistan. Era cominciato tutto con un attentato in un sito turistico nella parte della regione contesa del Kashmir amministrata dall’India. Un attentato che aveva preso di mira dei turisti indù, a cui Nuove Dehli aveva risposto con un attacco missilistico a una base militare in Pakistan. La questione si è risolta con un cessate il fuoco dopo qualche giorno di conflitto, ma in un clima mondiale sempre più teso, sempre più appeso a un filo, una nuova escalation tra potenze nucleari aveva fatto temere il peggio.

La guerra tra Israele e Iran

Quarto punto, a proposito di escalation di violenze. A giugno c’è anche stato il fuoco incrociato tra Israele e Iran, la cosiddetta guerra dei dodici giorni scoppiata dopo l’attacco israeliano alle basi nucleari iraniane proprio mentre erano in corso i negoziati con gli Stati Uniti sul programma atomico. Anche in questo caso si è temuto il peggio, soprattutto dopo un attacco iraniano a una base USA in Qatar. Sui social è andata in tendenza la Terza guerra mondiale, e solo questo forse basterebbe a riassumere il clima di questo 2025.

L'accordo di pace a Gaza

Quinto punto, parlando di Israele. Quest’anno si è arrivati a un cessate il fuoco a Gaza e a un piano di pace mediato dalla Casa Bianca. Un piano di pace che però avalla totalmente le pretese israeliane senza tenere minimamente in considerazione i diritti del popolo palestinese, sia quelli violati in questi anni di conflitto genocidiario, sia quelli sul futuro: il diritto di autodeterminazione, a decidere come amministrarsi. Ma rispetto alla causa palestinese sono successe altre cose quest’anno: in tutto il mondo sono scoppiate proteste e manifestazioni in solidarietà a Gaza, in Italia sono state fortissime. E poi è partita la più grande missione mai tentata per portare aiuti nella Striscia e rompere il blocco israeliano, quella della Global Sumud Flotilla, anche se, come le altre, è stata intercettata illegalmente in mare e il suo equipaggio è stato fermato e portato in centri di detenzione in Israele.

Il conflitto senza fine in Ucraina

Sesto punto, la guerra in Ucraina. Anche questo ha molto a che vedere con il primo che abbiamo menzionato nel nostro elenco, cioè con il ritorno di Donald Trump al potere. Il 2025 è stato l’anno in cui il presidente statunitense è tornato a incontrare faccia a faccia quello russo, Vladimir Putin. È stato l’anno in cui ci è sembrato di arrivare vicinissimi a degli accordi di pace, o almeno per il cessate il fuoco. Del resto, la guerra in Ucraina è una guerra a cui Trump prometteva di mettere fine in 24 ore, una volta di nuovo al comando: così non è stato e tutt’ora l’accordo è lontano. Nel frattempo però i rapporti tra Europa e Stati Uniti sono cambiati radicalmente: da un lato gli europei sono sempre più marginali nello scacchiere internazionale (il 2025 è stato anche l’anno della Coalizione di Volenterosi, che però è rimasta sulla carta, segno di quanto l’iniziativa europea non riesca poi a influire sulla situazione sul campo) e dall’altro sono sempre più disallineati rispetto all’alleato Oltreoceano.

L'assassinio di Charlie Kirk

Settimo punto, l’assassinio di Charlie Kirk. Se da un lato quest’anno sono cambiati fortemente i rapporti tra gli Stati Uniti e il resto del mondo, dall’altro anche all’interno del Paese molte cose stanno cambiando, o meglio si stanno spostando sempre più agli estremi. Quella statunitense, con cui ci dobbiamo confrontare, per il livello di influenza che anche su di noi, è una società sempre più polarizzata, sempre più tesa allo scontro, dove si lascia sempre meno spazio alla complessità. Con tutto ciò che poi comporta.

La guerra in Sudan, le proteste della Gen Z e gli eventi climatici estremi

Ma sono successe anche tante altre cose: una ottava, ad esempio, è la guerra civile in Sudan, che quest’anno ha toccato nuovi livelli di atrocità e rappresenta una delle catastrofi umanitarie più gravi nel panorama internazionale.

Ci sono anche state quelle che abbiamo definito le proteste della Gen Z, nono punto, in tanti Paesi, uno su tutti il Nepal: delle proteste che hanno usato i social per diffondersi a macchia d’olio e per denunciare e contrastare un establishment che rappresenta sempre meno le nuove generazioni, tra corruzione e un’ostentazione che non corrisponde alla realtà di un Paese.

E infine, il decimo evento che ha caratterizzato quest’anno a livello internazionale è stato l’uragano Melissa nei Caraibi, uno dei più forti mai registrati che ha colpito la Jamaica, l’ennesimo promemoria di quanto la crisi climatica ci stia investendo con la sua forza devastante.

Cosa è successo in Italia

Chiaramente molti di questi eventi, se non tutti, che hanno influenzato il corso del 2025  in un modo o nell’altro hanno avuto un impatto concreto anche in Italia. Ma possiamo citare almeno altri cinque avvenimenti, dal respiro più nazionale, che si sono fatti sentire soprattutto nel nostro Paese.

Il caso Al Masri e la lotta tra governo e magistrati

Il 2025 è cominciato con il caso Al Masri, quello del torturatore libico prima arrestato a Torino, poi rilasciato e riportato in Libia. Un caso che ha aperto uno scontro tra il governo e i giudici internazionali e che ha anche fatto finire Giorgia Meloni sotto indagine. È stato un caso in cui si sono mescolati tanti livelli, su tutti i discutibili rapporti con la Libia per la gestione dei migranti, ma anche quelli con la magistratura, in questo perenne scontro tra governo e toghe. E a proposito di giustizia.

Riaprono le indagini su Garlasco

Il 2025 è stato anche l’anno in cui si sono riaperte le indagini sul caso di Garlasco, sull’omicidio di Chiara Poggi, sollevando un gigantesco polverone mediatico, un gigantesco  interesse da parte dell’opinione pubblica su una delle vicende più intricate della cronaca nera recente.

La Flotilla e le manifestazioni di piazza

Quest’anno è stato anche quello in cui si è tentato, per l’ennesima volta, di cambiare la legge sulla cittadinanza, con un referendum che però si è andato a schiantare non raggiungendo il quorum. È stato l’anno in cui Francesca Albanese è diventata un personaggio abituale del menù informativo degli italiani, accendendo le luci sulla causa palestinese come mai prima, ma creando anche un dibattito molto divisivo.

Un anno di femminicidi

E infine il 2025 è stato, come i precedenti, un anno di femminicidi. Alcuni, come quelli di Sara Campanella e Ilaria Sula ci hanno colpiti per la giovanissima età di vittime e carnefici, facendo tornare sulle prime pagine dei giornali e dell’agenda politica la questione dell’educazione sessuale a scuola. A maggior ragione visto che il 2025 è stato anche l’anno in cui ci siamo accorti dell’esistenza di gruppi online come Phica.eu e Mia Moglie, che ci hanno aperto un po’ più gli occhi su quanto la violenza di genere digitale sia pervasiva. Chissà se almeno su questo, il prossimo anno, riusciremo a fare qualche passo avanti.

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