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Ultime notizie sulla morte di Liliana Resinovich

Il marito di Liliana Resinovich: “Farò come con mia figlia morta a 29 anni, la porterò sempre con me”

L’intervista di Fanpage.it a Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich. Il 5 giugno il gip di Trieste è chiamato a decidere sulla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura sul caso della donna trovata morta nel gennaio 2022 dopo essere scomparsa da casa.
A cura di Olga Mascolo
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Il 5 giugno 2023 il giudice delle indagini preliminari Luigi Dainotti decide se archiviare o se proseguire le indagini sulla morte di Liliana Resinovich. La donna sparisce da Trieste il 14 dicembre 2021, e viene trovata cadavere il 5 gennaio nel parco di San Giovanni di Trieste.

È avvolta in due sacchi grigio scuro, non sigillati, con la testa in due sacchetti biodegradabili, fissati al collo da uno spago non stretto. Dall'esame tossicologico risulta che non avesse prese sostanze.

Per la Procura di Antonio de Nicolo si tratterebbe di un suicidio (le indagini sono state guidate dal pm Maddalena Chergia): Liliana è morta volontariamente a causa della lenta asfissia da sacchetto. Si sono opposti all'archiviazione sia il marito della donna, Sebastiano Visintin, accusato direttamente e indirettamente per la morte della moglie da parenti e amici (ma mai indagato), sia il fratello Sergio e la nipote Valentina.

Liliana Resinovich
Liliana Resinovich

Gli amici di Liliana si dividono: la vicina Gabriella non ritiene possibile che la donna possa essersi suicidata, l'amica Adriana invece ricorda di avere visto nei mesi prima della scomparsa una Liliana cupa, così come lo era la sera del 13 dicembre.

Per le opposizioni non è chiaro come sia morta e quando: infatti, secondo l'autopsia del perito Fulvio Constantinides e Fabio Cavalli la morte è da datare massimo 72 ore prima del ritrovamento. Che cosa avrebbe fatto in quei giorni Liliana senza documenti, senza greenpass, senza nulla?

Per la Procura non è questa una faccenda importante, dal momento che si sarebbe suicidata, né contano le ferite trovate sul corpo, perché, secondo la procura, non sarebbero state causate da terzi, e in ogni caso non sarebbero mortali.

A distanza ormai di 16 mesi dalla scomparsa della donna, abbiamo intervistato il marito Sebastiano.

Come stai?

La mia vita è totalmente cambiata, vivo da solo: mi manca Liliana.

Com'è la tua casa adesso?

Ho lasciato tutto ciò di Liliana al suo posto, intatta la sua parte del letto.

Con l'avvocato Paolo Bevilacqua vi siete opposti all'archiviazione delle indagini, perché?

Sì, vorremmo maggiore chiarezza. Vorremmo capire come e quando è morta Liliana. La Procura dice che è lo stesso perché non ci sono reati. Per loro è indifferente la data. Non ci sono impronte non ci sono segni che qualcuno le abbia fatto del male.

Secondo l'ipotesi dei medici della Procura, Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, Liliana sarebbe morta al massimo 72 ore prima del ritrovamento. Tutti vorremmo sapere allora dove è stata dal 14 dicembre al 2-3 gennaio.

Io sono dell’ipotesi che sia morta il giorno in cui è scomparsa, il giorno 14.

Ti sembra strano il suicidio col sacchetto in testa?

Sì è molto complicato, molto anomalo. Anche se ho sentito parecchie storie su questo genere di suicidio. Una mia amica mi ha raccontato di una sua parente che si è suicidata così.

Liliana era conoscenza di questa modalità?

Non lo so. Io nel mio lavoro di fotoreporter di cronaca nera ho visto e seguito parecchi suicidi e omicidi, per 20 anni…Casi di questo genere non mi sono mai capitati.

In tutto questo tempo la famiglia d’origine di Liliana sembra averti dato delle colpe. Perché ti hanno accusato secondo te?

Io nella famiglia di Liliana non sono mai stato accettato. Un po’ perché ho il mio carattere, il mio modo di fare, sono riuscito a dare a Liliana una vita nuova, un’esperienza di vita, di viaggi, di lavoro, di amore e di gioia. Questo a loro dava fastidio, anche perché io cercavo il più possibile di tenerla alla larga dalla famiglia.

Perché?

La mamma era una donna eccezionale. La portavamo in giro, anche lontano, siamo stati in giro… gli unici rapporti che avevamo.

Il fratello Sergio parla di un’ipotesi del congelamento

Quello che stanno facendo loro non mi interessa, sono opinioni e pensieri loro, liberissimi di farlo. L’importante è quello che in questi mesi la Procura ha vagliato e analizzato.

Tu sospetti della sua telefonata delle 8:22 a Claudio Sterpin, "l'amico intimo"

Io ho saputo molto dopo di questa telefonata perché pur avendo i telefoni non mi sono mai permesso di toccarli. La telefonata è durata 1 minuto e 50 secondi. Forse Claudio l’aveva rimproverata perché lei non gli telefonava. Questa telefonata nasconde qualcosa: perché quando Liliana non si è presentata a casa sua dove avevano appuntamento, lui ha reagito in modo veramente complesso. È andato alla Windtre, poi sotto casa nostra, poi ha detto che doveva farsi un alibi, poi ha chiamato il mio vicino Salvo, ed è andato dalla cugina di Lilli. Insomma ha fatto un casino da matti, mi ha fatto pensare. Evidentemente in questa telefonata è successo qualcosa tra lei e Claudio. Io chiedo al signor Claudio di dirci la verità e di dirci cosa si sono detti: potrebbe spiegare tante cose.

I vostri amici pensano che Lilli fosse stanca di te, che tu fossi autoritario

Tutto d’un colpo sono diventato un mostro. Mi ha scosso profondamente questo comportamento. Quando avremo delle risposte, se si chiuderanno le indagini o se si andrà avanti, spero che avrò la possibilità di parlare con queste persone.

Forse può avere insospettito che tu sia andato da Laura e abbia portato degli hard disk e dei soldi…

Ho portato degli hard disk perché ero in un momento mentalmente difficile, avevo paura di morire, pensavo di non riuscire ad andare avanti. Il giorno 14 pesavo 90 kg e i primi di marzo 74. Ho lasciato loro gli hard disk, però ho detto loro che potevano guardarli.

Non è vero che gli hai dato dei soldi?

Figuriamoci

Non è vero che hai detto che Liliana si era suicidata?

Assolutamente no

Pensano che tuo figlio sia tuo complice. Com'è il rapporto con lui?

La cosa peggiore che poteva capitarmi dopo la morte di Liliana. Ho perso anche mio figlio. Il 16 giugno mi fa: "Non telefonarmi più". Per questo devo ringraziare tutti gli amici. Io e mio figlio siamo gemelli, siamo due gladiatori, due lottatori, della stessa pasta. E sono sicuro che se ci vediamo tra qualche giorno ci sorridiamo come sempre. Ora abbiamo bisogno di stare per conto nostro.

Tu hai aiutato tuo figlio il 30 dicembre 2021, perché era rimasto bloccato con la auto, e i tuoi amici hanno pensato che quello potesse essere il momento in cui avete spostato il corpo

Gridava "Papà vieni a prendermi, la ruota davanti è finita in un buco". Ho detto: non ho cavi, non ho niente. Ho chiamato l'amico Salvo per farmi dare una corda, e poi ho chiamato il mio amico Arturo. Sono arrivato da mio figlio e faceva un freddo allucinante, -10 gradi, lui tremava.

Liliana è stata trovata con i sacchetti legati al collo da uno spago, lo spago è compatibile con quello che è a casa tua, e tu lo hai consegnato alla polizia. La polizia non aveva mai visto questo spago nei sopralluoghi prima che lo ritrovassi?

In Procura me l'hanno chiesto 100 volte. Ero con Chiara Ingrosso, giornalista di Quarto Grado, quando lei mi chiede una penna. Apro il cassetto e vedo i gomitoli di spago, mando le foto alla polizia, porto tutto in Questura. Se avessi saputo che sarebbe sorto questo casino, avrei preso i gomitoli e li avrei buttati in spazzatura, invece li ho portati in Questura. Alla Procura l'ho spiegato più volte: non avevo nessun interesse a nascondere i gomitoli. Non sarebbe logico.

Secondo te perché in tanti hanno sospettato di te?

Io sono con la coscienza pulita, non ho niente da nascondere.

Negli atti di indagine della Procura c’è una foto di una donna che sembra Liliana scattata dalla telecamere frontale di un autobus la mattina del 14 dicembre. È diretta al parco in cui poi è stata trovata morta. Secondo te è lei?

Non saprei dirtelo. Dal vestiario da queste macchie potrebbe essere lei ma non metto la mano sul fuoco.

E come spieghi il fatto che avesse cercato come divorziare? Non cercava però come suicidarsi…

Tutto questo è stato vagliato, analizzato. Assieme cercavamo un’altra casa. Ho chiesto a Lilli di cercare un appartamento verso il centro, con un garage. Il divorzio lo cercava per qualcun altro.

L'amica Adriana dice che Liliana le ha detto che sentiva di potere anche morire perché aveva vissuto abbastanza. Ha detto che Liliana era triste: hai colto questo aspetto?

Più volte ho incontrato Adriana e me lo ha ha raccontato. Non lo so, a me non è giunto questo messaggio. Non ne ho avuto sentore.

Però stridono con il suicidio alcuni segni sul corpo, tra cui una ferita all’occhio destro che fa pensare a una colluttazione…

Queste cose sono state visualizzate dal medico legale, dalla Procura. Ho sentito il nostro medico, mi ha detto che molte volte piccoli segni diventano sempre più grandi nella decomposizione… Non spetta a me capire se qualcuno le ha fatto del male.

Tu hai perso anche tua figlia Natascia, per droga.

Sono stati momenti molto difficili. Mia figlia si bucava ma mi ha detto che ne stava vedendo fuori… mi aveva chiesto anche di accompagnarla a prendere il metadone. Una prima volta è stata salvata per un pelo, mi hanno chiamato che era in rianimazione. Il 10 ottobre 2010 invece mio figlio mi telefona e mi dice: “Natascia non c’è più”.  Liliana mi è stata molto vicina, mi ha aiutato tantissimo, è un dolore tremendo. E adesso stiamo parlando di Liliana: ma avrò la forza di continuare, così come con Natascia la porterò sempre con me.

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