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I runner Zordan e Zilio morti uno dopo l’altro, si indaga su certificati medici: “Era Anna a inserirli nel sistema”

Si indaga su possibili irregolarità nei certificati medici dei due runner Alberto Zordan e Anna Zilio, morti a un mese di distanza nelle stesse circostanze. I due erano iscritti alla stessa società sportiva, la  Km Sport di San Martino Buon Albergo. La 39enne Zilio lavorava come segretaria al suo interno e si occupava anche di inserire i certificati medici dei tesserati. Il suo, raccontano, lo aveva caricato personalmente nel sistema.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Alberto Zordan e Anna Zilio, di 48 e 39 anni, godevano di ottima salute secondo quanto raccontano gli amici, per i quali i due runner non avevano alcun problema.

I due sono stati trovati morti nelle stesse circostanze a un mese di distanza: Zordan è stato trovato senza vita nel suo letto domenica scorsa, mentre ad Anna Zilio è toccata la stessa sorte il 13 ottobre scorso. I due erano tesserati per la Km Sport di San Martino Buon Albergo, Verona.

Sui due decessi ora si indaga sia a Vicenza che a Verona. Le autorità stanno analizzando le cause e la regolarità dei certificati medici. Il titolare della Km Sport ha assicurato che i due atleti avevano documenti in regola ed erano controllati periodicamente come tutti.

Respinta l'ipotesi del doping: "Non erano professionisti"

Gli investigatori stanno verificando eventuali anomalie nei certificati caricati sul sistema federale. Sulle due morti si staglia l'ombra del doping, ma quest'ultima pista è stata esclusa con forza dai legali. L'avvocato Pezzotti, che segue la famiglia di Anna Zilio, ha respinto categoricamente l'ipotesi, sottolineando che la 39enne, esattamente come il "collega" deceduto un mese dopo, non aveva motivo di ricorrere a sostanze vietate per correre. "Non erano professionisti, non avevano nulla da vincere. Per gli amatori la vittoria è raggiungere un obiettivo personale".

Anna Zilio, per esempio, era nota per la sua disciplina e la sua forza di volontà: ogni giorno percorreva tra i 10 e i 15 chilometri, partecipava a maratone e gare di endurance anche all'estero. La 39enne lavorava come commessa e segretaria della società della Km Sport. Oltre a correre, la 39enne gestiva anche i tesseramenti e l'inserimento dei certificati medici per gli iscritti alla società.

Possibili irregolarità nei certificati medici: "Era Zilio a caricarli nel sistema"

È qui che gli investigatori vogliono vedere chiaro: in alcuni documenti potrebbero esserci irregolarità o date non coerenti. Il certificato medico della 39enne, infatti, era stato caricato proprio da lei nel sistema informatico federale, mentre quello di Zordan risultava regolare e valido fino al prossimo gennaio.

Zilio aveva già avuto piccoli problemi di salute che le avevano impedito di correre per un po': nel 2021 aveva dovuto sospendere temporaneamente gli allenamenti per approfondimenti clinici richiesti durante una visita sportiva, ma dopo alcuni mesi aveva ottenuto un nuovo certificato da uno studio medico di San Martino e aveva ripreso a correre.

Ora sui cadaveri di entrambi gli atleti dovrà essere svolta l'autopsia che chiarirà se dietro le due morti improvvise vi sia una patologia cardiaca non diagnosticata o altro.

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