Grandi Eventi, cinque denunce nel Gruppo Anemone: evasi 166 milioni di euro

Il Comando provinciale romano della Guardia di Finanza ha contestato alle società del Gruppo Anemone un'evasione fiscale di 166milioni di euro: sono 5 gli amministratori denunciati in un'inchiesta che ha preso avvio dalle indagini sui cosiddetti "Grandi eventi", tra cui il G8 del 2009 che doveva tenersi alla Maddalena e fu poi spostato all'Aquila dopo il terremoto. Più di 100 controlli incrociati su fornitori e altre società riconducibili al gruppo Anemone hanno portato alla scoperta di una vera e propria contabilità parallela "criptata" attraverso codici numerici dei luoghi di esecuzione dei lavori e dei committenti. Altre 4 le società coinvolte: per lavori eseguiti solo sulla carta alla Maddalena sono state emesse fatture false per 38 milioni.
Negli ultimi anni, la Anemone Costruzioni ha incrementato esponenzialmente il suo giro d'affari essendo riuscita a conquistare alcuni tra i più importanti appalti pubblici.Partendo dai risultati delle indagini coordinate dalla procura della capitale sui "Grandi eventi", che già allora portarono a sequestri di beni per circa 32 milioni di euro, gli uomini del Nucleo di polizia tributaria hanno "decrittato" la contabilità parallela della società e scoperto una pluralità di lavori edili mai fatturati e dichiarati al fisco.
Entrando maggiormente nei dettagli, gli investigatori hanno scoperto che l'Anemone Costruzioni "figurava sia quale società facente parte del consorzio incaricato dei lavori, denominato Maddalena Scarl (di cui l'impresa del gruppo Anemone deteneva il 93,5% delle quote) che quale esecutore materiale di alcune opere: le fatture emesse dall'Impresa Anemone nei confronti della Maddalena Scarl, ammontanti a 21 milioni, a fronte di lavori sull'isola, erano in realtà relative ad operazioni inesistenti. I riscontri effettuati sui documenti riportanti i nominativi delle maestranze intervenute presso i diversi cantieri hanno infatti evidenziato la totale assenza di personale dipendente o riconducibile alla Anemone Costruzioni". Ma non solo: l'Impresa Anemone, "al fine di consentire a ulteriori tre società riconducibili al gruppo (Arsenale S.c.a.r.l., Cogecal S.r.l. e Tecno-Cos S.r.l.), impiegate parimenti nell'isola della Maddalena, di sottrarre a tassazione gli ingenti ricavi derivanti dall'assegnazione dell'appalto, risulta aver emesso, nei loro confronti, fatture per operazioni inesistenti per un importo complessivo di 17 milioni di euro".
Passati al setaccio dai finanzieri decine di conti correnti bancari intestati alle società, agli amministratori pro-tempore e ai soci: l'analisi dei conti ha consentito di ricostruire movimentazioni finanziarie per un totale di circa 86 milioni di euro, non supportate da documentazione che le riconducesse ad operazioni contabili fiscalmente dichiarate. Alla fine, le indagini hanno così consentito di definire il reale volume di affari realizzato dalla società romana negli ultimi anni e di quantificare una base imponibile sottratta a tassazione ai fini delle imposte dirette e dell'Irap per un ammontare complessivo di circa 140 milioni e un'Iva evasa per oltre 26 milioni.