Garlasco, torna a parlare Andrea Sempio: “Mi sento un po’ perseguitato. Ad oggi il colpevole è Alberto Stasi”

"Mi sento perseguitato? Un po' si, non posso negarlo". Torna a parlare Andrea Sempio, indagato per concorso nell'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, con terzi o con Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva per il delitto che tiene ormai col fiato sospeso tutta Italia da più di 18 anni.
Lo ha fatto in un intervista rilasciata a Bruno Vespa per la trasmissione Cinque minuti, che andrà in onda questa sera dopo il Tg1. "È una cosa che periodicamente ricapita, ci ricadi dentro, un certo accanimento c'è, spero in buona fede. Io al momento non ho una vita, sono tornato a vivere nella cameretta in cui stavo una volta e a quasi 40 anni sono chiuso lì, non posso fare niente, è come essere ai domiciliari", ha detto il 37enne.
Il quale è tornato anche sulla vicenda che vede protagonista il papà Giuseppe, anche lui indagato per corruzione in atti giudiziari insieme l'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti che nel 2017 avrebbe archiviato frettolosamente – in cambio di 20-30mila euro secondo i pm Brescia – la sua posizione, dal momento che anche 10 anni fa fu indagato per il delitto di Garlasco.
"Penso fosse semplicemente un appunto su quanto costava ritirare le carte dell'archiviazione, per quello 20-30 euro. Anche perché, cosa che non è passata sui media, in casa mia hanno trovato un altro appunto dove mio padre si era segnato tutte le spese ‘serie', che erano espresse in migliaia di euro. È un appunto dove mio padre ha messo le spese degli avvocati e del consulente", ha detto ancora Sempio rispondendo ad una domanda sul famoso foglio su cui il padre scrisse "Venditti gip archivia x 20-30 euro".
Quanto alle altre accuse di aver ricevuto domande in anticipo, Sempio ha detto "non c'è stato nessun passaggio di domande". Su altri temi, come il Dna, "avevo già anche risposto in alcune interviste ed erano sempre quelli gli argomenti. Stiamo attendendo l'esito, finalmente, di questo famoso incidente probatorio. Si continua a parlare di Dna nonostante non sia stato trovato un Dna completo. Se fosse stata una traccia durante un'aggressione non ci sarebbe stato questo aspetto che ‘forse si legge, forse non si legge, forse e' parziale': ci sarebbe una traccia netta". E ha respinto anche le accuse di essere stato trattato con i guanti bianchi. "Quando sono stato sentito ho avuto l'impressione che loro comprendessero quello che stavo dicendo e non mi stessero inquisendo in modo particolare", ha precisato.
Infine, ha concludo: "Credo che ormai sia stato acclarato in anni di processi e più sentenze, quindi io mi rifaccio a quello che hanno detto le sentenze: ad oggi il colpevole è Alberto Stasi e non ho motivo di pensare il contrario".