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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Garlasco, l’ultima indiscrezione: “Dna attribuibile a Sempio sotto l’unghia di Chiara, probabile contatto da difesa”

Sotto l’unghia del mignolo destro di Chiara Poggi sarebbe stato trovato del Dna maschile attribuibile ad Andrea Sempio. Secondo quanto riferisce la trasmissione Ore14 Sera, non sarebbe da contaminazione ma da contatto diretto. Sempio è nuovamente indagato per concorso in omicidio nell’ambito della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sotto l'unghia di un dito della mano destra di Chiara Poggi, probabilmente il mignolo, sarebbe stato ritrovato un quantitativo elevato di Dna maschile. Secondo la trasmissione Ore 14 Sera, sarebbe attribuibile ad Andrea Sempio ed indicherebbe un contatto diretto tra la mano della giovane uccisa nell'agosto del 2007 a Garlasco e il suo assassino, probabilmente per difendersi.

A riferirlo è stata proprio la trasmissione andata in onda ieri in prima serata su Rai2 condotta da Milo Infante. Secondo la ricostruzione del programma Tv, durante l'autopsia della giovane sarebbero state tagliate le unghie e queste sarebbero state messe in due provette, una per la mano sinistra e l'altra per la destra. Il Ris di Parma, esaminandole, attribuisce piccolissimi frammenti, la cosiddetta prova MDX5, alla mano destra.

Qui sarebbe stato trovato del Dna maschile riconducibile ad Andrea Sempio in quantità elevata e non riferibile a una contaminazione. Si sarebbe trattato, sempre stando a quanto riferisce la trasmissione, di un contatto diretto "da difesa".

Nella prima autopsia, il medico legale Marco Ballardini aveva sottolineato che Poggi non aveva avuto il tempo di difendersi e che era stata colpita da un corpo contundente di metallo. Secondo il medico, infatti, la giovane non aveva avuto tempo di opporre resistenza ed era morta poco dopo essere stata colpita. Ora si ipotizza invece che Poggi possa aver cercato di salvarsi la vita e che quindi l'orario del decesso non sia quello indicato nell'autopsia originale. Gli inquirenti hanno incaricato l'anatomopatologa Cristina Cattaneo di effettuare una nuova consulenza: la dottoressa è stata chiamata ad accertare cause della morte e dinamica dell'omicidio, analizzando il luogo del delitto e l'autopsia stessa.

Da sciogliere anche il nodo legato all'ora del delitto. Il medico legale aveva collocato l'evento tra le 10.30 e le 12 del 13 agosto, con una maggior centratura intorno alle 11-11.30. A seguito dei successivi accertamenti, l'orario dell'omicidio era stato spostato e in questo modo era caduto, secondo i giudici, "l'alibi" di Alberto Stasi, che in primo grado di giudizio era stato collocato a casa sua a scrivere la tesi dai periti informatici che avevano analizzato i dispositivi elettronici.

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