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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Garlasco, Lovati smentisce l’ipotesi corruzione: “35mila euro agli avvocati non erano troppi, eravamo in tre”

A insospettire la Procura di Brescia ci sarebbero i 35mila euro prelevati in contanti dai Sempio in sei mesi durante il periodo delle prime indagini che arrivarono all’archiviazione sull’omicidio di Garlasco nei confronti di Andrea Sempio. L’avvocato Massimo Lovati spiega la destinazione di quei soldi: “Solo per me ho ritirato circa 15mila euro. Penso che gli altri abbiamo avuto altrettanto, eravamo in tre. I soldi che ho preso li ho tenuti per me, per il mio lavoro. Nessuna corruzione”.
A cura di Giorgia Venturini
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Vanno avanti le indagini della Procura di Brescia per capire se c'è stata o meno corruzione in atti giudiziari tra Giuseppe Sempio e l'ex pm di Pavia Mario Venditti. Secondo l'accusa, il primo avrebbe pagato il secondo per favorire nel 2017 l'archiviazione per il figlio Andrea Sempio, oggi come allora indagato per l'omicidio di Chiara Poggi in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi.

A insospettire gli inquirenti ci sarebbero i 35mila euro prelevati in contanti dai Sempio in sei mesi durante il periodo delle prime indagini nei confronti di Andrea Sempio. A difenderlo nel 2017 c'erano gli avvocati Soldani, Grassi e Lovati. Nessuno di questi ora è ancora suo legale. Ma cosa accadde allora? A chi sono finiti quei 35mila euro?

L'avvocato Massimo Lovati lo spiega così durante un'intervista a "Chi l'ha visto?" nella puntata andata in onda nella serata di ieri 5 novembre: "Dissi subito che era un'indagine vuota, che non arrivava da nessuna parte e di stare tranquilli tutti perché sarebbe arrivata un'archiviazione. Nessuna corruzione quindi". Il giornalista di "Chi l'ha visto?" fa presente che è costata molto questa archiviazione. Insomma 35mila euro non sono pochi. Ma Lovati risponde così: "Eravamo tre avvocati. Questa indagine di corruzione, che è l'apripista per qualcun'altra inchiesta, fa ridere. I soldi a Venditti non sono mai pervenuti".

Lovati ha spiegato come venivano pagati gli avvocati da parte della famiglia Sempio: "Io non ho mai chiesto soldi a Sempio. Andavo a ritirare la mia parte su richiesta di Soldani. I soldi venivano consegnati allo studio Soldani. Solo per me ho quindi ritirato circa 15mila euro. Penso che gli altri abbiamo avuto altrettanto perché la cifra veniva divisa per tre. Li ho tenuti io per il mio lavoro, nessuna corruzione".

Alle parole di Lovati risponde l'avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi, in studio nel programma tv: "Noi avvocati di Stasi non crediamo che questa indagine faccia ridere, crediamo che faccia piangere. E poi se l'indagine del 2017 doveva basarsi sul nulla ed è durata tre mesi, è molto impegnativa?". O meglio, costava così tanto?

L'avvocato De Rensis fa sapere che chiederanno sicuramente la revisione del processo a Stasi, ma che si sta attendendo la chiusura delle indagini: "Fanno ridere queste indagini? La indagini tradizionali ci regalano grandi sorprese". Il legale precisa che Alberto Stasi è al corrente di quello che sta accadendo, si sentono tutti i giorni: "Cerca però di seguire poco le trasmissioni. Cerca di gestire le sensazioni di speranza e della paura di aver sognato tutto quanto. Non è facile gestire tutto questo ma si sta impegnando molto per farlo".

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