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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Garlasco, l’avvocato dell’ex pm Venditti deposita ricorso: “Cercano verità diversa dalla condanna di Stasi”

L’avvocato Domenico Aiello, difensore di Mario Venditti, ha depositato al Tribunale del Riesame il ricorso contro i provvedimenti presi nei confronti dell’ex procuratore di Pavia accusato di corruzione in atti giudiziari per aver favorito l’archiviazione di Andrea Sempio. Questa inchiesta si tratta di un “convincimento erroneo che si debbano e possano impiegare, senza alcun limite, risorse dello Stato per la ricerca di una verità diversa dal giudicato di condanna Stasi”, spiega il legale nell’atto.
A cura di Giorgia Venturini
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L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti
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L'avvocato Domenico Aiello, difensore dell'ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, ha depositato al Tribunale del Riesame il ricorso contro il decreto di perquisizione e sequestro eseguito venerdì scorso. La risposta della difesa arriva dopo che la Procura di Brescia ha iscritto nel registro degli indagati l'ex procuratore che nel 2017 firmò l'archiviazione per Andrea Sempio, ora (così come allora) indagato per l'omicidio di Chiara Poggi, in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi, ovvero l'unico condannato in via definitiva per il delitto.

Secondo gli inquirenti, Venditti avrebbe "ricevuto una somma indebita di denaro, nell'ordine di 20-30mila euro, per favorire Andrea Sempio nell'ambito del procedimento penale di cui era co-titolare in qualità di procuratore aggiunto della Repubblica". Per la difesa di Sempio invece questa cifra era quella utilizzata per pagare gli avvocati.

Nel ricorso al Tribunale del Riesame di Brescia si legge: si tratta di un "pronunciamento utili anche ad interrompere" una "distorsione della funzione requirente" che finora avrebbe "profuso una dispendiosa attività investigativa di parte in aperto contrasto con un giudicato dello Stato per inseguire e sperare in un pur legittimo, ci mancherebbe, interesse processuale esclusivamente privato".

Nel dettaglio negli atti per il legale è tutto chiaro quello che sta accadendo: la "sorprendente iniziativa del pm" di Brescia che sta indagando sull'ex procuratore pavese Mario Venditti sarebbe "frutto di due evidenti bias cognitivi", ossia distorsioni o interpretazioni errate, "con disinvoltura palesati in diverse sedi, ma che inevitabilmente contaminano l'attività del requirente bresciano".

Ovvero: la "dichiarata critica della attuale gestione dell'ufficio di Procura di Pavia rispetto la precedente guida, strumentalmente ascritta soltanto all'indagato", ossia il magistrato ora in pensione, e "il convincimento erroneo che si debbano e possano impiegare, senza alcun limite, risorse dello Stato per la ricerca di una verità diversa dal giudicato di condanna Stasi".

Nell'atto presentato dalla difesa infatti si parla di "distorsione" della funzione requirente. Ma la Procura su cosa si sta concentrando?

Secondo quanto si legge dal decreto di perquisizione, negli atti del 2017 ci sarebbero delle intercettazioni di Sempio che non sarebbero state riportate. Tra le frasi che mancano ci sarebbe anche quella del padre di Andrea Sempio che fa riferimento di pagare "quei signori là" con modalità non tracciabili. Nella perquisizione dello scorso 14 maggio era stato trovato un biglietto con scritto: "Venditti gip archivia x 20. 30. euro". Da qui l'ipotesi di corruzione in atti giudiziari per archiviare le indagini.

Non solo. Stando agli inquirenti, tra il dicembre 2016 e il giugno 2017 le zie di Andrea Sempio avevano emesso assegni verso il padre di Andrea Sempio per una cifra complessiva di 43mila euro. Così come la Procura avrebbe accertato che Andrea Sempio e il padre nello stesso periodo avrebbero effettuato prelievi in contanti per 35mila euro.

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