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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Garlasco, l’avvocato del fratello di Chiara Poggi su ipotesi del sicario: “Ci mancano solo le sette sataniche”

Ironizza l’avvocato del fratello di Chiara Poggi sull’ipotesi che sia stato un sicario a commettere l’omicidio: “Non vedo nulla di serio. Mancano soltanto le sette sataniche e i servizi segreti deviati”.
A cura di Giorgia Venturini
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Chiara Poggi
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"Non vedo nulla di serio. Mancano soltanto le sette sataniche e i servizi segreti deviati". Ironizza l'avvocato del fratello di Chiara Poggi, il legale Francesco Compagna, sull'ipotesi che sia stato un sicario a uccidere la ragazza il 13 agosto del 2007.

La tesi del sicario l'ha sostenuta, prima in diretta tv poi anche a Fanpage.it, l'avvocato Massimo Lovati, difensore dell'indagato Andrea Sempio: "Io l’ho sempre detto: è stato un sicario ad uccidere Chiara Poggi. E lo ribadisco. Non parlo d’avvocato ma da criminologo o cittadino normale che ha una sua idea".

Precisando anche che: "Sono difensore di Andrea Sempio dal 2016, ero vivo anche nel 2007 e come tutti i cittadini e gli addetti ai lavori, ho sempre avuto le mie opinioni che esprimo in questa circostanza: ho sempre pensato che Stasi sia innocente". Il legale di Sempio, Massimo Lovati, sostiene che nella prima chiamata ai carabinieri il giorno del delitto Alberto Stasi, unico condannato per l'omicidio di Chiara Poggi, avrebbe raccontato solo bugie perché costretto da qualcuno. La verità processuale però ha accertato altro: Stasi dopo l'omicidio era tornato a casa sua, aveva acceso il computer per avere un alibi e aveva buttato via le scarpe sporche di sangue e l'arma del delitto. Infine la chiamata ai carabinieri.

Su questa tesi interviene a Fanpage.it anche lo storico genetista della famiglia Poggi, Marzio Capra: "Cioè è stato un crimine organizzato ad aver ucciso Chiara Poggi? Tra l'altro con un oggetto che non è stato neanche ritrovato e non si sa bene cosa sia? Perché un sicario avrebbe dovuto spostare il corpo giù per le scale? E ancora: dovrebbe essere inoltre un sicario conosciuto da Chiara, perché le sentenze dimostrano che la ragazza conosceva il suo assassino e gli ha aperto la porta e fatto entrare in casa. Cioè una ragazza di 26 anni conosceva il suo sicario?". Per il genetista è tutto assurdo, anche perché nulla è mai emerso dagli atti giudiziari.

Poi Capra interviene sulle ipotesi delle bugie raccontate da Stasi nella chiamata ai carabinieri: "Lui ha detto che forse Chiara era ancora viva. Ma se credi una cosa simile, e non sei stato tu, cerchi di soccorrerla, ti sporcheresti di sangue. Se vai via e ti spaventi è perché hai razionalizzato che era morta. E soprattutto capisci che c'è stato un intervento di terzi e che non si è trattato di un incidente. Ma soprattutto chiameresti l'ambulanza e non i carabinieri. Io chiamo le forze dell'ordine se so che qualcuno è stato ammazzato".

Restano ipotesi. Intanto le indagini della Procura di Pavia sul caso di Garlasco proseguono. Il prossimo 16 maggio ci sarà la prima udienza sull'incidente probatorio: nelle settimane successive verranno fatte nuove analisi genetiche sui reperti che restano del caso.

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