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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Garlasco, gli avvocati di Sempio, Stasi e Poggi contro le fake news: “Le foto di Marco non furono modificate”

I genitori di Chiara Poggi hanno parlato di fake news legate alla storia di presunte modifiche alle foto del figlio Marco in vacanza con la famiglia nei giorni dell’omicidio di Garlasco, avvenuto nell’estate del 2007. A ricordare la presenza del fratello della vittima con i familiari, come spiega la trasmissione Quarto Grado, è anche il titolare del rifugio dove padre e figlio furono prelevati dopo l’omicidio con la scusa di un malore di Rita Preda, mamma della 26enne uccisa.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Si torna a parlare della traccia 33, l'impronta che, secondo la Procura che indaga nuovamente sul delitto di Chiara Poggi avvenuto nell'estate del 2007, apparterrebbe a Andrea Sempio, amico di infanzia del fratello della vittima. Secondo i periti consulenti della difesa di Sempio e della famiglia Poggi, l'impronta non sarebbe attribuibile all'amico di Marco oggi indagato e per questo motivo è stata chiesta l'analisi della traccia in incidente probatorio. La richiesta è stata respinta.

Durante la puntata di Quarto Grado, oltre alle considerazioni sulla traccia 33, si è parlato anche delle "fake news" che in queste settimane si sono rincorse durante le indagini sul caso. Nello studio televisivo si sono incontrati gli avvocati di Andrea Sempio (Massimo Lovati), Alberto Stasi (Giada Bocellari) e della famiglia Poggi (Gian Luigi Tizzoni). I legali hanno parlato anche delle presunte foto modificate di Marco Poggi in vacanza con la famiglia nei giorni in cui la sorella Chiara è stata assassinata.

"Avevamo due macchine fotografiche, una analogica e l'altra digitale – ha spiegato la mamma di Chiara Poggi ai microfoni della trasmissione -. Avevamo portato entrambe con noi in vacanza. Marco usava la fotocamera digitale e con quella ha scattato foto che non lo ritraggono, mentre noi usavamo l'analogica con la quale invece abbiamo immortalato anche lui". Tramite un software specifico, la trasmissione Quarto Grado ha appurato che le foto realizzate con la macchinetta digitale e quelle scattate con l'analogica sono state fatte negli stessi posti e negli stessi orari, proprio nei giorni in cui Chiara Poggi veniva uccisa. 

La famiglia, infatti, era andata in vacanza in Trentino mentre Chiara era rimasta a Garlasco dove, anche il giorno prima del delitto, era stata in compagnia dell'allora fidanzato Alberto Stasi, oggi condannato in via definitiva per l'omicidio. Chiara era l'unica della sua famiglia ad essere rimasta in città: era fuori anche il fratello Marco, come confermato dai genitori. Di lui, sempre secondo quanto diffuso online, non si ricorderebbe il figlio del titolare del rifugio che in quei giorni ospitò i Poggi.

Da una lettera di cordoglio scritta in quel periodo, invece, risulta più di un incontro tra il titolare in persona, Marco Poggi e suo padre. "Ci dispiace per quello che è accaduto, – si legge nella missiva mostrata davanti agli avvocati dei protagonisti della vicenda – non sapevamo gli sconvolgimenti che avrebbero toccato un padre e un figlio di lì a poco". Nella lettera, l'albergatore fa le sue condoglianze alla famiglia Poggi dopo la morte di Chiara.

"La situazione anche mediatica sta degenerando – ha affermato invece Bocellari che difende Stasi -. Alcune notizie arrecano danno alla nuova indagine e diffamano i familiari della vittima. Mi auguro che si ponga uno stop quanto prima". Il legale dei Poggi, Tizzoni, ha invece fatto riferimento alla Procura. "Mi sarei aspettato da parte loro una presa di posizione più forte contro le fake news, pur rispettando la segretezza delle indagini" ha sottolineato.

Il legale Lovati che assiste Andrea Sempio, invece, ha affermato di non credere alla colpevolezza di Stasi, ma di essere altrettanto certo che neppure Sempio sia coinvolto nel delitto.

L'impronta 33 e l'attribuzione a Sempio

Per i consulenti della Procura, la traccia 33 è un'impronta lasciata dal nuovo indagato, Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, Marco Poggi. Secondo i consulenti della difesa di Sempio e quelli assunti dalla famiglia Poggi, però le 15 minuzie evidenziate sulla traccia 33 non sarebbero in realtà legate all'amico di infanzia di Marco Poggi e anzi, non sarebbero neppure utilizzabili.

Solo 5 in realtà sono analizzabili secondo i periti consulenti. Troppe poche per essere in qualche modo legate a Sempio. Per confrontare la traccia 33 e un'impronta dell'amico di famiglia, è stato utilizzato dai consulenti un software che sulla base delle cosiddette minuzie oggetto di esame, ha cercato di verificare la paternità della traccia.

Dalle analisi su 4 immagini è emerso che le minuzie analizzabili della traccia 33 non appartengono a Sempio, mentre da due foto il risultato risulta non sufficiente per attribuire al giovane una paternità dell'impronta. Sulla base di quanto emerso, i legali della famiglia Poggi hanno richiesto l'incidente probatorio, ma la Procura di Pavia ha rigettato la richiesta.

"Voglio sottolineare che come consulenti di Andrea Sempio non conoscevamo le conclusioni alle quali è arrivato il team che assiste i Poggi – ha sottolineato a Quarto Grado il generale Luciano Garofano -. Ma ritengo che il risultato del software utilizzato per analizzare la traccia 33 sia eloquente".

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