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Covid 19

Ferrara, morto il paziente No Vax che si era “curato” al telefono con le terapie domiciliari

L’uomo di 68 anni che aveva rifiutato il vaccino e aveva tentato di curarsi dal Covid-19 con le “terapie domiciliari” è morto ieri all’ospedale Sant’Anna di Ferrara, dove era stato ricoverato da giorni in condizioni critiche. Il paziente, convintamente no vax, aveva provato a curarsi a casa ricorrendo alla telemedicina.
A cura di Davide Falcioni
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L'uomo di 68 anni che aveva rifiutato il vaccino e aveva tentato di curarsi dal Covid-19 con le "terapie domiciliari" è morto ieri all'ospedale Sant'Anna di Ferrara, dove era stato ricoverato da giorni in condizioni critiche. Il paziente, convintamente no vax, aveva provato a curarsi a casa ricorrendo alla telemedicina, cioè grazie all'assistenza via mail e telefono di un medico volontario legato all'associazione Ippocrateorg, la stessa protagonista del convegno in Senato sulle cure domiciliari che ha scatenato nelle scorse settimane una bufera politica. Era il 12 settembre quando in una sala di Palazzo Madama era stato convocato un convegno sui metodi alternativi per affrontare la malattia, tra cui il ricorso a farmaci come idrossiclorochina o invermectina mai autorizzati dalle autorità sanitarie. L'invito era partito da alcuni parlamentari della Lega in nome della "libertà di pensiero". Ippocrateorg è contraria al vaccino e, di conseguenza, al green pass: a chi accetta di sottoporsi alle loro presunte terapie viene fatto firmare un modulo per "esonerare il medico da ogni responsabilità".

Sul caso del 68enne morto la Procura di Ferrara intende vederci chiaro; dopo aver aperto un'indagine conoscitiva è stata la volta di un'inchiesta per omissione di soccorso. L'uomo è stato ricoverato per oltre un mese ma in ospedale era arrivato, secondo quanto ricostruito, in condizioni abbastanza critiche. Prima si era "curato" da solo, a casa, con il medico a distanza e anche in ospedale aveva cercato di farsi dimettere e rifiutare le cure. Per il 68enne era stata richiesta anche una consulenza psichiatrica. Dopo la sua morte la procura – titolare il pubblico ministero Ciro Alberto Savino – ha disposto i primi atti dell'autopsia e indaga per omissione di soccorso, contro ignoti. Agli atti anche messaggi e mail che l'uomo stesso fornì ai medici una volta in ospedale, dove si era recato convinto da una sua amica. Tra i farmaci che gli erano stati prescritti ci sarebbero anche vermifughi.

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