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Omicidio Giulia Cecchettin

Filippo Turetta, 75 coltellate su corpo e viso di Giulia Cecchettin: installò app spia sul suo telefono

Turetta era arrivato ad installare una app-spia sul cellulare di Giulia Cecchettin e aveva pianificato il delitto e la fuga “almeno dal 7 novembre”, 4 giorni prima del femminicidio. La ragazza è stata uccisa con 75 coltellate.
A cura di Davide Falcioni
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Settantacinque coltellate, molte delle quali al volto, con fendenti inflitti mentre la vittima tentava disperatamente di proteggersi dai colpi con le mani. È un autentico racconto dell'orrore l'atto d'accusa che i pubblici ministeri di Venezia hanno notificato a Filippo Turetta per l'omicidio di Giulia Cecchettin. Al ragazzo viene contestata una crudeltà "chiaramente eccedente l'intento omicida", nonché una premeditazione resa palese dal controllo maniacale che il killer esercitava sulla vittima: Turetta infatti era arrivato ad installare una app-spia sul cellulare di Giulia e aveva pianificato il delitto e la fuga "almeno dal 7 novembre", ovvero 4 giorni prima del femminicidio.

Il giovane inoltre si era appuntato in un file sul computer – cancellato ma poi recuperato dagli esperti informatici – "come legare Giulia, con il nastro adesivo mani, caviglie, ginocchia e anche come tapparle la bocca". Nelle ricerche online fatte da Turetta, come riferisce il Corriere della Sera, c'erano voci come "nastro isolante, manette, cordame, badile, sacchi neri".

Chiuse le indagini, si attende l'inizio del processo

Le indagini a carico di Filippo Turetta si sono chiuse ieri. Le accuse contestate dalla procura di Venezia sono di omicidio volontario pluriaggravato anche dalla premeditazione e dalla crudeltà, possesso del coltello, sequestro di persona e occultamento di cadavere, ma anche stalking. Si va quindi al processo per il quale Turetta, a causa del cambio dell'imputazione da omicidio volontario a premeditato, non potrà chiedere il rito abbreviato.

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In un file aveva segnato come legare e uccidere Giulia Cecchettin

La richiesta del processo è imminente, eppure formalmente non è ancora una richiesta di rinvio a giudizio; perché se la difesa di Turretta lo vorrà, si potrà arrivare ad un passaggio dal Gup per le contro deduzioni, e un eventuale interrogatorio dell'indagato. Il tutto entro 20 giorni da oggi, anche se i tempi potrebbero essere allungati vista la mole e complessità degli atti e delle perizie, già note comunque a Turetta, in quanto svolte con consulenza di parte. Le contestazioni della Procura, frutto delle indagini dei Carabinieri, dell'autopsia, e dalla perizia dei Ris, cozzano con la linea di difesa tenuta da Turetta nell'interrogatorio con il pm Andrea Petroni: "Ho perso la testa, mi è scattato qualcosa…" aveva detto. Tutt'altro racconto quello fatto dal Procuratore Cherchi: Filippo Turetta, ha detto, "aveva pianificato nel dettaglio l'omicidio di Giulia Cecchettin, compreso l'occultamento del cadavere, e la sua fuga".

"Giulia – ha ricordato il magistrato – è stata legata mani e piedi e sulla bocca le è stato messo dello scotch". La pianificazione del femminicidio, ha spiegato il capo dell'ufficio giudiziario di Venezia, è evidenziata dagli acquisti (documentati) fatti dal giovane prima del crimine, incluse le mappe stradali per la fuga fino in Germania, i percorsi trovati in internet, compreso il luogo dell'abbandono del corpo di Giulia, nei pressi del lago di Barcis, in Friuli. Per la fuga, poi, Turetta avrebbe acquistato materiale per la propria sopravvivenza. "L'attività – ha detto Cherchi – è stata fatta su dati obiettivi, indipendenti dalle dichiarazioni di Turetta, che sono difensive. Il lavoro è stato fatto sulla ricostruzione dei fatti".

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