Famiglia nel bosco, i servizi sociali: “I bimbi hanno paura della doccia, non riusciamo a lavarli con il sapone”

Il sonno "turbato dalla presenza, all’interno della stanza, di oggetti di uso comune quali l’interruttore della luce e il pulsante di scarico dello sciacquone del bagno", l’igiene personale "scarsa e insufficiente", il timore "nei confronti del soffione della doccia".
Queste sono solo alcune delle frasi riportate dalla relazione dei servizi sociali, diffusa dal quotidiano Il Centro, che si stanno occupando del caso dei tre bambini della famiglia del bosco.
"Deprivazioni" e criticità riscontrate dagli operatori e che avrebbero portato all'allontanamento dei minori dal nucleo familiare e la sospensione della potestà genitoriale di Nathan Trevallion e Catherine Birmingham.
Nei prossimi giorni, non oltre il 27 gennaio, la coppia anglo australiana che viveva in una casa diroccata nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, avrà una risposta sul ricongiungimento con i figli, dopo che la Corte di Appello dell'Aquila si è riservata la decisione in merito al ricorso.
Gli avvocati del padre e della madre dei bambini hanno presentato ieri (termine ultimo) tutta la documentazione per tentare di ridimensionare l’ordinanza con cui il Tribunale per i minorenni dell’Aquila aveva disposto il trasferimento dei bambini nella casa famiglia di Vasto, dove si trovano attualmente.
Nella relazione si legge che "l’individuazione delle problematiche riguardanti la situazione abitativa, socioeconomica, igienico sanitaria, socioculturale ed educativo relazionale è stata condivisa e sottoscritta dai genitori e dall’avvocato, riconoscendo e condividendo dunque tali aspetti".
Tra le problematiche evidenziate, il "disagio" nel rapporto con gli altri bambini. "Si evidenziano deprivazioni di attività condivisibili con il gruppo dei pari, per esempio da un semplice gioco ad attività più specifiche come i compiti scolastici", si leggerebbe ancora nel documento.
Come già anticipato, nella relazione si legge che il sonno dei bambini è stato "turbato dalla presenza, all’interno della stanza, di oggetti di uso comune quali l’interruttore della luce e il pulsante di scarico dello sciacquone del bagno", che l'igiene personale è apparsa "scarsa e insufficiente".
Gli operatori sarebbero riusciti a fare la doccia ai bambini solo nella serata del secondo giorno nella casa famiglia ma "solo con l'acqua perché i minori non volevano usare il sapone".
"Uno dei fratelli ha dimostrato timore nei confronti del soffione della doccia", prosegue. E rispetto al cambio degli indumenti i bambini hanno spiegato che indossano gli stessi vestiti per un’intera settimana "e in genere il sabato li cambiano".
In poco tempo, però, i minori sarebbero riusciti a integrarsi nel nuovo contesto, reagendo "con gioia e gratitudine alle varie attenzioni che ricevono, dai vestiti puliti e profumati che annusano continuamente oltre ad annusare le persone che li circondano, alle varie attività ludiche proposte, esprimendo spesso di voler restare al caldo".