Famiglia nel bosco, figli separati dai genitori anche a Capodanno. Su istruzione tutrice propone la scuola pubblica

La famiglia del bosco di Chieti si prepara a settimane difficili: i genitori dei tre bambini in casa famiglia dal 20 novembre, Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, hanno presentato tramite i loro legali una serie di lettere e di testimonianze di persone che hanno conosciuto loro e i figlioletti. Le testimonianze raccontano una famiglia equilibrata, nella quale i bambini sarebbero stati seguiti normalmente con bagni caldi prima di dormire, lettura di una storia e pasti sani.
I legali della coppia anglo-australiana hanno inoltre nominato un medico di parte che si dovrà occupare della controperizia psichica richiesta dal tribunale per i minori de L'Aquila sui tre bambini e sui genitori. La perizia dovrà essere pronta entro 4 mesi e per il momento i bambini resteranno in casa famiglia.
A Natale i tre fratellini hanno potuto vedere il papà Nathan per due ore, mentre non hanno potuto pranzare assieme. Lo stesso, a quanto pare, accadrà per il giorno di Capodanno: neppure in quel frangente i bambini potranno passare la giornata in famiglia.
Nel frattempo il Tribunale dei minorenni dell'Aquila e la tutrice dei tre fratellini, l’avvocata Maria Luisa Palladino, avrebbe proposto ai genitori l'iscrizione dei tre bimbi alla scuola pubblica di Palmoli. I risultati dell'alfabetizzazione dell'unschooling, secondo le autorità, sarebbero finora stati scarsi. Per questo, Palladino avrebbe contattato il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, per organizzare con lui un recupero educativo nell'Istituto comprensivo Castiglione Messer Marino-Carunchio.
Secondo il Tribunale, per i bimbi deve essere messo a punto un programma che riesca ad assicurare il recupero delle gravi carenze disciplinari dei tre minori. Stando a quanto emerso dalla relazione delle autorità per i minori, i due fratellini di 6 anni sfogliano libri con disegni per età inferiori di 3 e 5 anni. I due si rifiuterebbero di colorare, leggere o scrivere in inglese e in italiano e avrebbero chiesto all'educatrice di farlo per loro.
La figlia maggiore, iscritta alla terza elementare invece, avrebbe problemi a scrivere il proprio nome e a leggere. Se si optasse per l'istruzione parentale, secondo il giudice, dovrebbero essere individuati dei precettori per aree e materie in cui i genitori sono carenti.