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Famiglia nel bosco, come funzionano l’homeschooling e l’unschooling: “In Italia vi ricorrono 15mila studenti”

Dopo la vicenda dei bimbi nel bosco a Palmoli (Chieti) ci si chiede cosa si intenda per homeschooling e unschooling e quale è la differenza tra i due: lo spieghiamo insieme Maria Angela Grassi, Presidente Nazionale ANPE (Associazione nazionale pedagogisti italiani).
A cura di Ida Artiaco
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Negli ultimi giorni non si fa altro che parlare di homeschooling e unschooling dopo che le pagine dei giornali e i servizi delle trasmissioni tv sono stati dedicati alle vicenda di una famiglia di Palmoli, in provincia di Chieti (Abruzzo), ribattezzata "la famiglia nel bosco": il Tribunale per i minorenni dell’Aquila, dopo l’intervento delle forze dell’ordine e una lunga mediazione tra genitori, assistenti sociali e avvocati, ha infatti disposto il collocamento dei tre figli di una coppia in una comunità educativa per un periodo di osservazione, allontanandoli così dai genitori. La decisione è arrivata al termine di settimane di verifiche e dopo il confronto con una famiglia che, agli occhi dell’autorità giudiziaria, non garantiva più le condizioni essenziali di tutela, sicurezza e relazione per i figli, ma rispetto al quale il fatto che i bambini non andassero a scuola (ma si avvalessero dell'istruzione parentale) c'entra solo in piccolissima parte.

Nell'ordinanza, lo stesso Tribunale afferma che la questione scolastica – pur critica – non è la base dell’allontanamento: "Va evidenziato che l’ordinanza cautelare non è fondata sul pericolo di lesione del diritto dei minori all’istruzione, ma sul pericolo di lesione del diritto alla vita di relazione (art. 2 Cost.), produttiva di gravi conseguenze psichiche ed educative a carico del minore". Ma facciamo un po' di chiarezza per capire meglio cosa si intende con questi termini, facendoci anche aiutare da Maria Angela Grassi, Presidente Nazionale ANPE (Associazione nazionale pedagogisti italiani).

Come ci spiega Grassi, "l’homeschooling (o istruzione parentale, ndr) è una modalità educativa legittima e regolamentata dal nostro ordinamento, che consente ai genitori di curare l’istruzione dei propri figli in modo autonomo, svolgendo direttamente il ruolo educativo con i propri figli o affidandosi a insegnanti privati. Questa scelta educativa, sancita dall’articolo 30 della Costituzione, valorizza la possibilità di personalizzare i percorsi di apprendimento in base alle peculiarità del singolo bambino, promuovendo autonomie di apprendimento, curiosità e un rapporto di fiducia tra genitori e figli. Va però sottolineato che l’autonomia educativa richiede una grande responsabilità da parte delle famiglie per garantire il rispetto degli standard di istruzione previsti dalla legge, attraverso la presentazione di un progetto didattico e il superamento annuale degli esami di idoneità presso le scuole pubbliche o paritarie".

Con una sentenza depositata il 4 agosto 2023 (04/08/2023, n. 23802), la Corte di Cassazione si è espressa sulla materia, dichiarando che la scelta dell’istruzione parentale è "pienamente legittima", espressione del diritto-dovere dei genitori, e che eventuali interventi limitativi della responsabilità genitoriale sono ammessi solo quando esiste "un rischio di pregiudizio per il minore", rischio che "non può derivare dalla sola scelta dell’istruzione parentale".

In Italia, ha continuato Grassi, l'homeschooling "sta crescendo con un aumento considerevole negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia di Covid-19, che ha portato molte famiglie a sperimentare modalità di apprendimento alternative. Si stima che prima del 2020 ci fossero circa 5.000 studenti in homeschooling, mentre oggi supera i 15.000, con una presenza significativa in regioni come Lombardia, Lazio e Sicilia", aggiungendo che "la libertà di scelta educativa da parte dei genitori, però, richiede anche un forte accompagnamento da parte di professionisti e delle istituzioni per garantire un percorso di qualità e il rispetto dei diritti dei minori".

Diverso dall'homeschooling è l'unschooling, una filosofia educativa nata negli Stati Uniti d'America, che si basa sull’apprendimento spontaneo e auto-diretto del bambino. Dunque, niente programmi scolastici, niente materie, niente valutazioni, ma ciò che si impara dipende in gran parte dai singoli interessi e dall'ambiente circostante. Anche in questo caso, chi lo pratica in Italia deve comunque garantire che il minore possa dimostrare il raggiungimento degli obiettivi scolastici previsti per la sua età.

Se vuoi leggere l'intervista completa a Maria Angela Grassi sul tema homeschooling e rimanere aggiornato abbonati a La Nostra Scuola, la newsletter di Fanpage.it dedicata all'universo scolastico. 

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