Elia ucciso in casa a 8 anni, il corpo della madre Najoua Minniti in mare ma dell’auto nessuna traccia

Ancora nessuna traccia dell’auto con la quale la 35enne Najoua Minniti si è allontanata da casa sua martedì scorso a Calimera, in Provincia di Lecce, dopo aver presumibilmente ucciso il figlio di 8 anni Elia ed essersi tolta la vita gettandosi in mare. Secondo quanto ricostruito finora in base a diverse testimonianze, la donna si era allontanata proprio a bordo della vettura, una Lancia Y, martedì in tarda mattinata intorno alle 12.30, dopo una lite telefonica con qualcuno. Da quel momento di lei e del bimbo però si erano perse le tracce fino alla tragica scoperta di mercoledì.
Il corpo senza vita di Najoua Minniti è stato rinvenuto per caso da un sub nel primo pomeriggio di ieri nelle acque a largo di Torre dell'Orso, sempre in Salento, mentre l’ex compagno lanciava l’allarme non avendo trovato il bimbo all’uscita da scuola. Poco dopo gli inquirenti hanno fatto irruzione in casa della 35enne trovando il corpicino del bambino. L’ipotesi concreta è di un omicidio – suicidio le cui tappe però devono essere ancora tutte da ricostruire.
Resta da capire a quando risale la morte del piccolo Elia ma anche dove si sia diretta la donna che ha percorso sicuramente i circa venti chilometri che separano la cittadina salentina dalle coste leccesi. “Il mio posto preferito. Il mare è l'unico luogo che mi trasmette tranquillità e serenità" diceva la donna sui social ma nel recente passato quel rapporto col mare si era trasformato in qualcosa di terribile. "È già capitato che io sia andata di fronte al mare con la macchina" aveva detto la donna all'ex compagno come aveva rivelato l'uomo in un esposto presentato in Comune.
Da quanto ricostruito finora, la donna avrebbe ucciso il figlio nel sonno, soffocandolo, per poi decidere di raggiungere con la propria auto il mare e tuffarsi da qualche punto che però non è stato ancora individuato. Intanto si attende anche l’incarico del pm al medico legale per l’autopsia sia sul corpicino del bimbo che della donna. Esame a cui potrebbe partecipare anche un consulente del padre del piccolo. Era stato lui a denunciare la scomparsa di madre e figlioletto preoccupato anche per le precedenti minacce della donna. “Dopo il riaffido del bimbo la madre avrebbe dovuto seguire i corsi sulla genitorialità, ma non li ha mai fatti” ha raccontato attraverso il suo legale.
In un esposto del dicembre 2024, l’uomo aveva scritto: "Io sottoscritto ho ricevuto una visita della mia ex compagna. Dopo una breve conversazione sulla divisione delle feste natalizie la signora ha dichiarato di ritenermi responsabile di qualsiasi cosa capitasse a lei e al bambino". Nell’esposto lui ha riportato testualmente alcune frasi che la donna gli disse quel giorno: "Saluta bene Elia perché lo porto con me"; "è già capitato che io sia andata di fronte al mare con la macchina"; "ritieniti responsabile di qualsiasi cosa capiti a me e ad Elia".