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Dopo 41 settimane di gravidanza e ore di travaglio, il neonato muore durante cesareo: disposta autopsia

A far scattare l’inchiesta un esposto presentato dai due genitori del piccolo, morto al Policlinico San Giorgio di Pordenone. Il termine della gravidanza era già scaduto da otto giorni ma la donna è stata tenuta in attesa per ore per il parto naturale. Quando un monitoraggio ha stabilito che il nascituro era in sofferenza, si è proceduto al cesareo ma era tardi.
A cura di Antonio Palma
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La procura di Pordenone ha aperto un’indagine sulla morte di un neonato avvenuta durante un parto cesareo a cui la madre era stata sottoposta al Policlinico San Giorgio di Pordenone. Il pm incaricato del fascicolo ha disposto l’autopsia sul corpicino del piccolo, già eseguita del medico legale, ma si attendono ora i risultati finali dell’esame per ulteriori valutazioni sui fatti.

A far scattare l'inchiesta un esposto presentato dai due genitori del piccolo affinché venga fatta piena chiarezza sulla morte del loro primogenito. Quello che per loro doveva essere un momento di felicità dopo oltre 9 mesi di gravidanza, si è trasformato in tragedia il 18 aprile scorso quando, dopo un lungo travaglio, i medici hanno deciso di sottoporre la partoriente a un taglio cesareo.

Un intervento d’urgenza dopo aver riscontrato difficoltà nel nascituro ma che purtroppo si è concluso nel peggiore dei modi. Secondo i primi risultati dell’autopsia rivelati dal Gazzettino, il decesso è stato ricondotto a morte endouterina fetale, cioè la morte del feto in utero, in quanto non sono stati riscontrati segni di vitalità.

La partoriente però era già giunta in ospedale diverse ore prima. Per questo i genitori del piccolo chiedono di accertare se vi siano stati ritardi e se un intervento tempestivo dei medici avrebbe potuto scongiurare la tragedia. A loro dire la gravidanza non aveva dato alcun problema particolare e nulla indicava una situazione di rischio.

Il termine della gravidanza era già scaduto da otto giorni quando la donna si è recata in ospedale il 18 aprile. La donna era arrivata in pronto soccorso in mattinata ma per i medici non era ancora il momento del parto naturale. In serata, però, attraverso un monitoraggio i medici hanno stabilito che il nascituro era in sofferenza e hanno proceduto al parto cesareo che però si è concluso in maniera nefasta.

Dopo la denuncia, la magistratura hanno aperto un fascicolo e sequestrato le cartelle cliniche, oltre a disporre l’autopsia. Nel registro degli indagati il medico di turno quella sera al Policlinico ma si tratta di un atto a garanzia dello stesso dottore per designare propri periti di parte per gli accertamenti irripetibili.

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