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Alessandra Matteuzzi uccisa a Bologna, ultime news

Difese su TikTok il killer di Alessandra Matteuzzi, la psicologa Bargnesi citata a giudizio dai familiari

La psicologa marchigiana Manuela Bargnesi è stata citata a giudizio il 13 novembre prossimo dai parenti di Alessandra Matteuzzi, uccisa dall’ex fidanzato Giovanni Padovani il 23 agosto 2022 con martellate in testa, calci e pugni. La psicologa in alcuni video pubblicati su TikTok difese il killer, parlando della vittima come di una “figura abusante”.
A cura di Eleonora Panseri
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La psicologa marchigiana Manuela Bargnesi è stata citata a giudizio il 13 novembre prossimo, davanti al tribunale di Ancona, dai parenti di Alessandra Matteuzzi, uccisa dall'ex fidanzato Giovanni Padovani il 23 agosto 2022 con martellate in testa, calci e pugni.

La donna, nel team della difesa dell'omicida (condannato in appello all'ergastolo, ndr), aveva pubblicato su Tik Tok un video nel quale diceva di voler raccontare ai suoi follower come erano "andati realmente i fatti", parlando di "una relazione tossica" e a suo dire di "una storia inedita che sicuramente non sentirete dai giornali".

I familiari di Matteuzzi, assistiti dall'avvocato Chiara Rinaldi, avevano querelato la psicologa per i video pubblicati su TikTok tra dicembre 2023 e gennaio 2024.

Nei filmati Bargnesi parlava del delitto e prendeva sostanzialmente le parti dell'imputato (attualmente condannato all'ergastolo in appello, ndr), definendo Matteuzzi come una "figura abusante" e commentava la vicenda, parlando di manipolazione e dicendo che Padovani era "caduto in una trappola" e che non aveva l'attitudine del killer.

La Procura di Ancona aveva inizialmente chiesto l'archiviazione ritenendo che i familiari di Matteuzzi non fossero legittimati a denunciare la psicologa, ma dopo l'opposizione degli stessi familiari è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari l'imputazione coatta.

Bargnesi, che per i video social era già finita sotto processo disciplinare, si troverà dunque a giudizio penale, su decisione della pubblico ministero Irene Bilotta. È difesa dagli avvocati Gaetano Puma e Maurizio Lorenzini.

Il consiglio dell'ordine degli psicologi delle Marche aveva radiato la psicologa (poi reintegrata) perché avrebbe "agito senza il minimo rispetto per la dignità professionale, violando con il suo comportamento il decoro e rappresentando in maniera deplorevole la professione di psicologo".

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