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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Delitto di Garlasco, l’ex maresciallo Spoto si difende: “Mai preso soldi dai Sempio, mai venduto la divisa”

“Non ho mai preso soldi dalla famiglia Sempio: non avrei mai venduto il mio onore e la mia divisa per niente al mondo”. Lo ha detto in un’intervista esclusiva a Quarto Grado Giuseppe Spoto. L’ex maresciallo dei Carabinieri venerdì scorso ha subito la perquisizione della sua casa in merito all’inchiesta contro l’ex procuratore Mario Venditti, accusato di corruzione in atti giudiziari nell’ambito delle indagini sul delitto di Garlasco.
A cura di Eleonora Panseri
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L’ex maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Spoto e Andrea Sempio.
L’ex maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Spoto e Andrea Sempio.
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"Non ho mai preso soldi dalla famiglia Sempio: non avrei mai venduto il mio onore e la mia divisa per niente al mondo". A parlare è Giuseppe Spoto, l'ex maresciallo dei Carabinieri che venerdì scorso ha subito una perquisizione della sua casa in merito all'inchiesta contro l'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti.

L'ex pm è accusato di corruzione in atti giudiziari nell'ambito delle indagini del 2017 sul delitto di Garlasco. Nei giorni scorsi è stato interessato da perquisizione anche un altro Carabiniere in congedo, Silvio Sapone.

"Non sono indagato – ha precisato Spoto in un'intervista esclusiva al programma Mediaset Quarto Grado -, quindi già per il momento è una buona notizia".

Per l'ex maresciallo la perquisizione è stata "uno shock, sicuramente, vedere arrivare nella propria abitazione alle 7 del mattino otto persone per fare una perquisizione, per prendere un cellulare, due computer, un'agenda. Le avrei potute tranquillamente consegnare a espressa richiesta".

Il militare ha parlato anche di una telefonata avuta con Andrea Sempio, attualmente indagato per omicidio in concorso nella nuova inchiesta per la morte di Chiara Poggi, avvenuta nell'agosto 2007. Il giovane era già stato indagato nel 2017 quando i due erano entrati in contatto.

"Fare due chiacchiere per me era fargli la notifica, non c'era nessun secondo fine nella mia azione. Era quello il mio obiettivo. – ha spiegato l'ex Carabiniere – "Chiamai per rassicurarmi che Sempio rimanesse a Montebello della Battaglia, presso l'Iper dove lavorava" per mettere delle microspie nella sua automobile.

"Noi l’8 febbraio avevamo il compito di installare la microspia. Il tecnico della ditta incaricata doveva raggiungere il parcheggio dell’Iper di Montebello per aprire la vettura e installarla. Ovviamente, io ho dovuto traccheggiare e cercare di perdere il più tempo possibile perché il signor Sempio non andasse fuori verso il veicolo", ha precisato.

Venerdì scorso l'abitazione di Spoto è stata perquisita dagli inquirenti che indagano nei confronti dell'ex procuratore Venditti. Secondo l'accusa, l'ex pm avrebbe preso denaro per archiviare le accuse nei confronti di Sempio.

All'epoca Spoto era incaricato di ascoltare le conversazioni e poi trascriverle. Tra queste ci sarebbe anche una frase: "Dobbiamo pagare quei signori lì…", che per l'accusa inchioderebbe Venditti.

"Ricordo quel passaggio, ma la frase si completava, mi sembra fosse la madre di Sempio che chiedesse al padre: ‘A chi dobbiamo pagare?', e il padre rispondeva ‘agli avvocati'. Se io ho preso soldi? Assolutamente no, perché avrei dovuto? Io ho fatto solo il mio lavoro, ho una coscienza cristallina", ha spiegato Spoto.

"Ho fatto 40 anni nell'arma, sono figlio di carabinieri, sono stato educato in un certo modo. – aggiunge – Non avrei mai venduto il mio onore e la mia divisa per niente al mondo".

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