Delitto di Garlasco, dopo Venditti Guardia Di Finanza chiede accertamenti sui conti del gip che archiviò Sempio

Nell'ambito dell'inchiesta sull'ex Procuratore di Pavia Mario Venditti, indagato per corruzione in atti giudiziari per il caso del delitto di Chiara Poggi, avvenuto nell'agosto del 2007, la Guardia di Finanza ha chiesto alla Procura di Brescia di svolgere accertamenti bancari anche nei confronti del magistrato Fabio Lambertucci, attualmente giudice del dibattimento penale a Pavia, e il gip che nel marzo del 2017 su richiesta di Venditti, della sostituta Giulia Pezzino e del procuratore Giorgio Riposo, archiviò il fascicolo su Andrea Sempio, l'amico di Marco Poggi ora al centro delle nuove indagini sulla morte della 26enne di Garlasco.
Questo è quanto emerge da un'annotazione di polizia giudiziaria depositata agli atti del tribunale del riesame di Brescia dove martedì 14 ottobre è fissata l'udienza sul ricorso di Venditti contro la perquisizione avvenuta nella sua abitazione lo scorso 26 settembre.
L'ex pm è finito al centro di una nuova inchiesta in seguito al ritrovamento di un bigliettino in casa di Andrea Sempio risalente al 2017 nel quale veniva riportato: "Venditti archivia per 20-30 euro". L'ipotesi è che le cifre annotate fossero un realtà un codice per parlare di 20.000 o 30.000 euro sui quali si basa l'accusa di corruzione in atti giudiziari: secondo gli investigatori, l'ex pm avrebbe infatti ricevuto soldi per archiviare la posizione di Sempio.
Nell'informativa dei militari del Gico di Brescia datata 30 luglio 2025 si parla di un'ulteriore nota del Gruppo Guardia di Finanza di Pavia del 25 giugno 2025 con cui si chiede l'autorizzazione all'accesso all'Anagrafe dei rapporti finanziari per analizzare i conti anche di altre persone che orbitano attorno al caso di omicidio. Il periodo citato va dal 1 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017.
Tra queste persone vi sono il gip Lambertucci, lo stesso Sempio, i genitori, la nonna Enrnestina Mangiarotti, le zie Ivana Sempio e Silvia Maria Sempio, lo zio acquisito Amilcare Adami, l'avvocato Ermanno Cappa, le figlie Paola e Stefania, il cugino di Chiara Poggi, Cesare Cappa, e la zia della 26enne uccisa Rosa Maria Poggi.
La Procura di Brescia ha rigettato la richiesta di notificare a banche e istituti di credito controlli sull'intera famiglia Cappa-Poggi, mentre sono stati autorizzati quelli sulla famiglia Sempio, su Venditti e sui carabinieri Andrea Spoto e Silvio Sapone, nella squadra di polizia giudiziaria di Venditti.

Le intercettazioni sui pagamenti nel febbraio 2017
Il padre di Andrea Sempio, Giuseppe, aveva chiesto alla moglie nell'ambito di un'intercettazione ambientale del 9 febbraio 2017 come spostare denaro per il pagamento di "quei signori lì". Sono diverse le ipotesi su questo scambio di battute tra moglie e marito: la prima è che l'uomo parlasse con la consorte di pagamenti agli avvocati per il lavoro svolto nell'ambito della vicenda giudiziaria, poi conclusasi con l'archiviazione per Sempio, legata all'accusa di aver ucciso Chiara Poggi.
I familiari prospettavano diverse soluzioni per effettuare pagamenti non tracciabili, facendo riferimento alle zie di Sempio e al marito di Silvia Sempio. Stando a quanto emerge dalle carte, l'interpretazione dell'intercettazione nella quale si fa riferimento a "quei signori lì" fa pensare a modalità più vicine all'ipotesi di dover pagare in maniera occulta "persone diverse non assimilabili ai difensori di fiducia".
Seguendo la prima parte della parafrasi dell'intercettazione, quindi, appare avallata l'ipotesi dell'accusa secondo la quale Venditti avrebbe ricevuto una somma di denaro per agevolare l'archiviazione di Sempio nel 2017. In un secondo passaggio della documentazione, però, si parla di un chiaro riferimento nell'intercettazione ambientale dei carabinieri a presunti pagamenti dei Sempio nei confronti dei legali Massimo Lovati e Federico Solvani.

La telefonata ad Andrea Sempio due giorni prima dell'interrogatorio
A infittire il mistero di quanto successo nel 2017 c'è l'ipotesi di una telefonata a Sempio da parte di un carabiniere avvenuta l'8 febbraio del 2017, due giorni prima dell'interrogatorio della prima inchiesta a Pavia a suo carico per il delitto di Garlasco. "Mi ha chiamato un Maresciallo dei Carabinieri – riferisce Sempio nella registrazione della conversazione con i legali – che mi ha detto che sapeva che avevo già parlato con l'altro, con Sapone. Mi ha detto che doveva passare tra mezz'oretta perché deve farmi delle domande".
La trascrizione della telefonata è riportata negli atti depositati al Riesame di Brescia a cui ha fatto ricorso l'ex procuratore di Pavia Mario Venditti, indagato di recente. In un'annotazione firmata dalla Gdf di Pavia e Brescia e dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, si legge che non si comprende "per quale motivo e in quale occasione Sempio avesse già avuto modo di parlare con Sapone della Sezione di Pg della Procura di Pavia", considerato che il primo atto formale per l'interrogatorio gli era stato notificato solo nel pomeriggio dell'8 febbraio 2017.
Chi sono i due ex carabinieri perquisiti Giuseppe Spoto e Silvio Sapone
Giuseppe Spoto e Silvio Sapone sono i due ex carabinieri perquisiti insieme all'ex pm Venditti il 26 settembre nell'inchiesta che si intreccia a quella legata al cosiddetto "Sistema Pavia" per corruzione e peculato. Seguendo questa pista, ieri è stato perquisito anche il pm Pietro Paolo Mazza, ora a Milano e fino al 2024 a Pavia.
Secondo gli investigatori, nel pomeriggio dell'8 febbraio, prima della notifica per l'interrogatorio a Sempio, Spoto si sarebbe intrattenuto con lui "per più di un'ora" e potrebbe avergli fatto le domande alle quali l'amico di Marco Poggi faceva riferimento nella telefonata con i legali.