Delitto di Garlasco, depositata la perizia sul Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi: cosa succede ora

È stata depositata la relazione della genetista Denise Albani, la perita nominata dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli, nell'ambito dell'incidente probatorio disposto nella nuova indagine sull'omicidio di Chiara Poggi, in cui è indagato Andrea Sempio.
La data ultima per depositare la relazione era stata fissata al 5 dicembre. Il documento, che arriva a 6 mesi dall'inizio dell'incidente probatorio, riporta gli esiti delle analisi condotte nei mesi scorsi.
Tra queste, anche quella cardine che riguarda il materiale genetico repertato sulle unghie della 26enne uccisa il 13 agosto 2007, nella villetta di famiglia a Garlasco.
Albani, a quanto si apprende, ha inviato una mail intorno alle 14.30 ai consulenti delle difese del 37enne, della Procura di Pavia, della famiglia Poggi e della difesa di Alberto Stasi (condannato in via definitiva per il delitto) per informare del deposito senza notificare l'elaborato via mail pec.
A Fanpage.it l'avvocata Angela Taccia, che insieme al collega Liborio Cataliotti difende Sempio, ha detto di non voler rilasciare commenti e di voler prima leggere la perizia depositata oggi, mercoledì 3 dicembre.
Ora bisognerà attendere l'udienza del 18 dicembre durante la quale le parti parleranno dei risultati degli esami eseguiti nei mesi scorsi: da quelli sulla spazzatura trovata nella villetta (e mai analizzata in 18 anni) e, ovviamente, quelli sulla traccia biologica rinvenuta sulle unghie della ragazza.
Nei giorni scorsi erano state diffuse delle anticipazione del risultato dell'esame, da cui sarebbe emerso che il materiale biologico sulle unghie della vittima sarebbe altamente compatibile con quello di Sempio.
Risulterebbe infatti dalle analisi un valore alto di attendibilità relativo alla compatibilità della linea maschile della famiglia Sempio con il profilo genetico, non completo, con 12 marcatori su 16, trovato in particolare su un dito della studentessa.
Per i pubblici ministeri e per i Carabinieri sarebbe un elemento si aggiunge ad altri che potrebbero aggravare la posizione del 37enne, dalle telefonate notturne di Andrea a casa Poggi al presunto finto alibi dello scontrino del parcheggio.
Per la difesa dell'indagato, invece, con i consulenti Armando Palmegiani e Marina Baldi, si tratterebbe di risultati "non particolarmente forti" a livello statistico e su un Dna "degradato, parziale, misto e non consolidato", oltre al tema del "trasferimento" da un oggetto di quel profilo, non da "contatto diretto".
Per i difensori, "anche ove fossero stati correttamente interpretati" ci troveremmo di fronte a "una comparazione individualizzante". Ossia, non può essere, come già chiarito dalla perita, attribuita ad una persona, ma ad una linea familiare.
Anche i consulenti Marzio Capra e Dario Redaelli, con legali dei Poggi, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, avevano spiegato che un risultato, quando è "in condizioni di criticità e non è consolidato" non è un "dato scientifico attendibile".
Nel 2014 infatti quel materiale genetico fu dichiarato "non consolidato" e non comparabile dal genetista Francesco De Stefano, il perito della Corte d'Appello bis che 11 anni fa condannò Stasi.
Il professore analizzò e scartò il Dna, fornendo i presupposti scientifici anche per la prima archiviazione di Sempio chiesta nel 2017 dall'allora procuratore aggiunto Mario Venditti, oggi sotto indagine per corruzione in atti giudiziari.