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Crimine-Infinito: una storia di ‘ndrangheta

La camorra da Nord a Sud racchiusa in un’inchiesta giunta oggi all’epilogo: l’operazione “Crimine-Infinito”. Sei anni fa gli inquirenti iniziavano il lavoro per sancire l’illimitata potenza della ‘ndrangheta, che imperversa in Calabria così come in Lombardia.
A cura di Carmine Della Pia
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operazione crimine nord

Questa mattina è terminata un'operazione anti camorra durata ben 6 anni. Era il 2006 quando prendeva forma l'inchiesta che avrebbe portato a 90 condanne e che avrebbe sancito, una volta per tutte, l'assetto unitario della ‘ndrangheta. Certo, "la testa rimane in Calabria", come hanno più volte affermato i magistrati, ma la camorra non ha confini, perchè da Nord a Sud è stato possibile arrestare, due anni fa, circa 300 persone, tra camorristi e affiliati clan. L'inchiesta partì nel lontano 2006, ma ebbe una forte eco solo nel luglio del 2010, quando la polizia arrestò 300 persone sull'asse Reggio-Milano, e qualche mese dopo, quando lo scrittore Roberto Saviano parlò della "mafia del Nord" al programma tv ‘Vieni via con me', generando una querelle che coinvolse anche l'ex ministro dell'Interno e deputato della Lega, Roberto Maroni.

Roberto Saviano sulla mafia del Nord

"La mafia a Milano non esiste" – L'operazione "Crimine-Infinito" accorpò due filoni d'indagine seguiti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e dalla DDA di Milano. Nel 2010 furono individuati 15 locali di ‘ndrangheta nella sola Lombardia, nuclei strutturati che fecero pensare allo slogan di politici e amministratori che, per anni, avevano affermato fieri: "La mafia a Milano non esiste". A proposito di politici e uomini della pubblica amministrazione, grazie all'inchiesta "Crimine" fu possibile svelare una "zona grigia" del malaffare che comprendeva nomi "d'eccezione", tra cui deputati, assessori, imprenditori, uomini appartenenti alle stesse forze dell'ordine. Nel novembre del 2010 lo scrittore Roberto Saviano tornò a parlare dell'infiltrazione mafiosa negli ambienti del Nord, generando una discussione con il leghista Roberto Maroni quando affermava che "la mafia al Nord interloquisce con la Lega".

Tensioni tra mafia del Sud e mafia del Nord: l'attentato a Novella – Poco dopo l'attenzione mediatica, il caso tornò in ombra, ma il lavoro incessante delle Forze dell'ordine proseguì. Negli ultimi 6 anni, infatti, gli inquirenti hanno redatto un censimento delle locali di ‘ndrangheta in Lombardia, individuando i 15 nuclei maggiormente esposti: Milano, Cormano, Bollate, Bresso, Corsico, Legnano, Limbiate, Solaro, Pioltello, Rho, Pavia, Canzo, Mariano Comense, Erba, Desio e Seregno. I rapporti tra mafia calabrese e lombarda non sempre avevano vissuto una situazione di reciproca intesa. Il capo della cosca settentrionale, Carmelo Novella, fu freddato in seguito ad un tentativo scissionistico.

Ilda Boccassini

Il processo "Crimine" a un epilogo – Il maxi processo tenutosi questa mattina fu abbozzato per la prima volta nel dicembre del 2010 dal pubblico ministero Ilda Boccassini. Nel corso di una conferenza stampa, il pm affermò: "Il problema, a Milano, è che le vittime di estorsione non denunciano, anche se il fenomeno estorsivo e usurario prosegue. Centodiciannove indagati scelsero di seguire la strada del procedimento abbreviato, grazie a cui è possibile lo sconto di un terzo della pena, mentre tutti gli altri si rivolsero al rito immediato. La prima udienza si tenne l'11 maggio 2011, il pubblico ministero Alessandra Dolci chiese oltre 1000 anni di carcere per 118 imputati e l'assoluzione dell'ex assessore provinciale Oliverio. Questa mattina, un epilogo: 90 condanne e 34 assoluzioni. Tra i processati, anche il "capo dei capi" Nicola Oppedisano, condannato a 10 anni di carcere.

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