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Incidente sul lavoro a Casteldaccia

Cos’è successo a Casteldaccia: la dinamica dell’incidente, le vittime e il gas tossico oltre il limite

Cinque operai morti e un ferito grave: è il bilancio del tragico incidente sul lavoro avvenuto lunedì 6 maggio a Casteldaccia, in provincia di Palermo. I sei stavano lavorando all’interno del locale di una fogna per effettuare lavori di manutenzione e sarebbero deceduti per aver respirato gas tossici. Gli inquirenti indagano per ricostruire l’esatta dinamica della tragedia.
A cura di Eleonora Panseri
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Cinque operai morti e un ferito grave. Questo il bilancio del tragico incidente sul lavoro avvenuto nel primo pomeriggio di lunedì 6 maggio a Casteldaccia, in provincia di Palermo.

Gli operai stavano lavorando nei pressi della statale 113, all'interno del locale di una fogna, profondo circa 5 metri, per effettuare lavori di manutenzione per conto della ditta Quadrifoglio Srl, che aveva vinto l'appalto dell'Amap, l'azienda municipalizzata di Palermo.

Cosa sappiamo sugli operai vittime dell'incidente

Sono cinque le vittime dell'incidente sul lavoro avvenuto lunedì a Casteldaccia. Il titolare dell'azienda Quadrifoglio Srl, Epifanio Alsazia, 71 anni. L'uomo era originario di Partinico, così come un'altra delle vittime, il 57enne Ignazio Giordano.

Da tempo il 71enne lavorava con la squadra che si è trovata a Casteldaccia. La terza vittima è Giuseppe Miraglia, 47 anni. L'operaio, il più giovane, era originario di San Ciprello. Con loro c'erano anche Roberto Raneri, 51enne di Alcamo, e Giuseppe La Barbera, il più giovane. L'uomo sarebbe l'unico lavoratore interinale dell'Amap.

Quattro invece gli operai sopravvissuti. Un lavoratore della società Quadrifoglio group è ricoverato in ospedale in terapia intensiva al Policlinico di Palermo, Domenico Viola, 62 anni, di Partinico. Gli altri tre sono Giovanni D'AleoGiuseppe Scavuzzo, 39 anni e Paolo Sciortino, 35 anni. Il primo è stato portato al pronto soccorso dell'ospedale Policlinico, gli altri due al pronto soccorso di Termini Imerese. Le loro condizioni non destano preoccupazioni.

La prima ricostruzione della dinamica dell'incidente a Palermo

Secondo quanto è stato ricostruito finora, tre operai del gruppo si sarebbero calati dentro il tombino e, subito dopo aver fatto i primi scalini, si sarebbero sentiti male e avrebbero i sensi. Non sentendoli e non vedendoli risalire, altri due colleghi, sempre scendendo dal tombino, avrebbero raggiunto il solaio in cemento per capire cosa stesse succedendo, ma anche loro sono rimasti intrappolati. 

A ucciderli sarebbe stata l'alta concentrazione di idrogeno solforato, dieci volte sopra il limite consentito, che li ha immediatamente storditi. Il sesto operaio, dopo essersi calato a sua volta per soccorrere i colleghi, sarebbe riuscito a risalire e a salvarsi ma ora si trova ricoverato al Policlinico di Palermo in condizioni molto gravi.

A far luce sulla dinamica della tragedia saranno però le indagini degli inquirenti che stanno raccogliendo tutti gli elementi utili e le testimonianze anche dei quattro operai scampati alla strage per ricostruire i fatti con esattezza. I vigili del fuoco hanno escluso l'ipotesi del cedimento strutturale del solaio, che era stata indicata da alcuni dirigenti della Cgil che si sono precipitati a Casteldaccia.

La reazione dei sindacati e lo sciopero

"I soccorsi sono stati difficili perché, come sempre, c'è l'aspetto emozionale e umano che fa parte del nostro lavoro. L'intervento è stato il più repentino possibile, siamo intervenuti con tutte le specialità, in base alle notizie che ci sono arrivate. Lo scenario è stato drammatico, anche se non è l'unico che purtroppo caratterizza il nostro Paese", ha detto il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Palermo, Girolamo Bentivoglio Fiandra, ai cronisti accorsi sul posto.

Il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Palermo, Girolamo Bentivoglio Fiandra - Foto di Emanuele Fragasso
Il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Palermo, Girolamo Bentivoglio Fiandra – Foto di Emanuele Fragasso

"Sulle protezioni ci sono delle indagini in corso e non posso dare informazioni più dettagliate in merito. Non c'è stato nessun crollo, si è trattato soltanto di un ambiente confinato saturo di gas tossico. Secondo le nostre rilevazioni, l'idrogeno solforato presente era 10 volte oltre il limite consentito e non hanno avuto scampo", ha aggiunto il comandante.

"Come tutte le tragedie sul lavoro, sarebbe stata evitabile. Dalle informazioni che abbiamo, gli operai stavano effettuando operazioni di manutenzione ordinaria. Ma non ci sarebbero cinque morti se fossero state prese tutte le precauzioni necessarie e previste", ha concluso.

In base a quanto reso noto dal comandante dei vigili del fuoco di Palermo, alle 13.48 è stato chiamato il numero unico del pronto intervento e sono stati attivati poi il servizio del 118 e i vigili del fuoco che hanno inviato sul posto quattro squadre immediatamente, nell'arco di 15 minuti.

In azione anche i sommozzatori che hanno prelevato i corpi di coloro che erano nella vasca e a seguire i tre che erano adagiati sulla soletta. Sul posto si è recato anche il procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, che coordina le indagini eseguite dalla polizia di Stato, nonché il questore Vito Calvino e il prefetto Massimo Mariani.

Gli operai non sarebbero dovuti scendere

Ma a quanto emerso nelle ultime ore, i cinque operai non sarebbero dovuti scendere all'interno della stazione di sollevamento. Il contratto prevedeva che l'aspirazione dei liquami avvenisse dalla superficie attraverso un autospurgo e che il personale non scendesse sotto terra. Questo spiegherebbe perché nessuno di loro indossava la mascherina né aveva il gas alert, apparecchio che misura la concentrazione dell'idrogeno solforato. Non è chiaro, dunque, perché i cinque siano scesi né cosa sia accaduto dopo.

Sindacati indicono sciopero dopo la strage

Le segreterie provinciali dei sindacati Fillea, Filca, Feneal hanno proclamato per oggi, martedì 7 maggio, uno sciopero di 8 ore in seguito alla morte di cinque operai, di cui tre erano edili. Uno sciopero che si affianca a quello generale di 4 ore proclamato da Cgil, Cisl e Uil per tutti gli altri settori, con presidio alle ore 9 davanti alla prefettura.

"O cambiano le cose o proseguiremo a oltranza con le mobilitazioni, per rivendicare la sicurezza nei cantieri", affermano, "non riusciamo a capire come mai non siano stati previsti tutti gli accorgimenti necessari per interventi dove possono verificarsi fuoriuscite di gas nocivi, pericolosi per l'incolumità pubblica. Con questa nuova tragedia, si certifica una situazione di emergenza e di stato di guerra. Qui i morti sul lavoro si stanno moltiplicando giorno dopo giorno. Domani saremo davanti al prefetto a chiedere l'intervento delle istituzioni e a sollecitare il tavolo su salute e sicurezza che da tempo chiediamo".

Dai controlli effettuati presso gli enti bilaterali, aggiungono i sindacati, alcuni dei lavoratori "erano sotto inquadrati rispetto alle mansioni che stavano svolgendo in cantiere". Tra i deceduti anche un lavoratore interinale, "troppo spesso considerati lavoratori di serie B".

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